Capre come decespugliatori

I positivi risultati ottenuti sugli argini in Toscana
 MONTAGNANA.
Capre da cashmere: un ausilio naturale per la bonifica. Sancito pure da una convenzione stipulata tra il Consorzio di Bonifica Toscana Centrale e l'allevamento di capre, in questo caso da cashemere, di Nora Kravis di Radda in Chianti. Accordo che qualcuno vorrebbe importare nella Bassa. A quanto pare la sperimentazione dà buoni risultati. Dall'inizio di questa estate gli operatori del Consorzio di Bonifica sono affiancati da queste speciali collaboratrici ecologiche. Le capre si impegnano nello sfalcio della vegetazione infestante. Ovvero svolgono un compito fondamentale per la sicurezza dei corsi d'acqua. In questo caso l'area di laminazione del torrente Pesa. I gusti sono gusti e le erbacce infestanti dal gusto sgradevole, disprezzate dagli altri erbivori, rappresentano per le capre una prelibatezza unica. Le ingeriscono lavorando in pratica come un decespugliatore, senza però aver bisogno di benzina o pezzi di ricambio. «Grazie a questa collaborazione - spiega il commissario del Consorzio, Mauro Cresti - è possibile evitare dissesti di maggior entità, diminuendo il rischio idraulico e i costi di manutenzione del territorio». (ro.mor.)

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