«Cari giovani, combattete sempre l’omertà»

Il carismatico religioso fa tappa al Manfredini e parla di mafia agli studenti dell’istituto salesiano
CESARO - Inaugurazione nuovo centro SESA ad Este (PD), Nella Foto: Don Luigi Ciotti durante il suo intervento
CESARO - Inaugurazione nuovo centro SESA ad Este (PD), Nella Foto: Don Luigi Ciotti durante il suo intervento

ESTE. «Che cosa possiamo fare noi giovani?». A porre con entusiasmo e grandi aspettattive questa domanda a don Luigi Ciotti è uno studente dell’istituto salesiano Manfredini, dove il fondatore di Libera ha fatto tappa nella sua giornata atestina. «Voi ragazzi dovete fare due cose», ha risposto candidamente il presbitero. «Conoscere per diventare responsabili e, soprattutto, sconfiggere le omertà».

Don Ciotti, prima al Manfredini e poi in patronato Redentore, ha ovviamente sponsorizzato la sua associazione che da anni lotta per il contrasto delle mafie e che ad oggi conta ben 1.600 gruppi aderenti: «La mafia è un problema nostro», ha denunciato il religioso, «e questo problema ci chiama ad essere cittadini veri. Le mafie non sono un mondo a parte, ma sono parte di noi».

Ai giovani presenti don Ciotti ha consigliato di documentarsi in continuazione utilizzando anche gli strumenti tecnologici («sappiate distinguere il significato di trovare e cercare»), lamentando contestualmente «la mancanza di profondità che contraddistingue questa società, fatta spesso di sapere di seconda mano, di sentito dire. Vedo giovani di tutta Italia, vedo in molti conformismo e sfiducia, ma c’è anche tanta ribellione. E per fortuna!»

Alle numerose domande relative alla diffusione della mafia nella nostra nazione, don Ciotti ha ribadito che «non c’è regione d’Italia che si possa esentare: la mafia è presente ovunque, in forme e modi diversi. L’intuizione di Libera è stata proprio questa: capire che non si poteva lasciare da solo il Sud e che c’era bisogno di muoversi in tutta Italia. Le mafie hanno radici storiche e note nel Meridione, ma gli investimenti li fanno al Nord. E in questo momento di crisi sentiremo pure sparare meno, ma il denaro investito – che purtroppo non manca a queste realtà – cresce sempre di più».

Proprio la presenza garantita ieri ad Este da Ciotti - che qualche mese fa era venuto anche a Montagnana - ha dato il via ad un percorso che dovrebbe far nascere nella città estense una rappresentanza di Libera: la folta partecipazione agli incontri di ieri ha confermato la sensibilità al tema.

«Il tritolo non è solo quello che ha ucciso Borsellino e Falcone», ha chiuso don Ciotti, «ma è la macchina del fango che spesso si attiva per demolire chi si batte. Basti pensare alla campagna diffamatoria che recentemente è stata scagliata sul nostro processo di confisca dei beni delle mafie: cattiverie e maldicenze su di me e sulle migliaia di collaboratori di Libera. Il fango è il tritolo di oggi». (n.c.)

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