«Cariveneto, resti il logo e il rapporto col territorio»

«Cassa di Risparmio è un simbolo che mi ha accompagnato per tutta la mia vita da imprenditore. Vorrei che questo logo non sparisse». E ancora: «Servono garanzie occupazionali dopo la fusione delle banche in Intesa Sanpaolo». Fino a: «Serve un consiglio del territorio, che sia catena di congiunzione tra le realtà produttive e il management dell’istituto bancario».
È un Sergio Giordani inedito, quello che si spinge a parlare di politica bancaria. Un argomento che il sindaco affronta dopo aver letto sui giornali del piano di incorporazione delle banche territoriali di Intesa Sanpaolo nella capogruppo, che interesserà anche Cassa di Risparmio del Veneto.
Tanto basta per prendere il telefono e contattare Carlo Messina, chief executive del gruppo Intesa: «La mia è solo una preoccupazione politica per alcuni aspetti che riguardano Padova, il gruppo Intesa è estremamente solido dunque non ci sono particolari problemi».
Quali sono dunque le questioni affrontate del primo cittadino con il principale manager del primo gruppo bancario del Paese? «Per prima cosa ho chiesto garanzie sotto l’aspetto occupazionale ed ho avuto le giuste rassicurazioni che non ci saranno contraccolpi», risponde il sindaco.
«Ho chiesto che la direzione regionale di Intesa resti a Padova. Per me è una questione fondamentale», aggiunge il sindaco. Ma perché è cosi importante? «Il mondo bancario è cambiato: per anni contavano i rapporti personali, oggi viviamo appesi al rating – osserva Giordani – Parlo da imprenditore. Per noi è difficile capire questo cambiamento, ci interessano più le relazioni umane».
C’è poi un’altra richiesta che il primo cittadino ha presentato a Messina: «Che ci sia un consiglio del territorio», afferma. A cosa si riferisce? «A un consiglio a costo zero che si faccia promotore delle richieste del territorio, da quelle creditizie fino all’aspetto della promozione culturale – chiarisce il sindaco – Con un presidente di alto profilo, non espressione della politica ma delle categorie produttive».
Infine Sergio Giordani guarda anche all’aspetto identitario di una delle banche del territorio: «Ho chiesto che il logo della Cassa di Risparmio non venga cambiato, che restino le insegne», spiega. La risposta di Messina? «Non mi ha fatto promesse e non ha preso impegni, ma si è detto disponibile ad approfondire – dice il sindaco – Sotto l’aspetto psicologico però non avere più legami con il territorio è un danno».
Un altro capitolo, non legato direttamente alla banca, ma ugualmente fondamentale per la città è la successione alla guida della Fondazione Cariparo, dove i “grillini” hanno aperto il fuoco di sbarramento contro la ventilata candidatura di Gilberto Muraro, accusandolo di essere una figura che «risponde a logiche bancarie». «Non è per nulla vero – è l’opinione di Giordani – Non voglio entrare nelle dinamiche della Fondazione ma Gilberto Muraro è un professore ed economista. E lo ritengo un’ottima persona, capace di fare gli interessi di questo territorio».
Infine, una questione che vede intrecciate Banca Intesa, Fondazione Cariparo e Comune è quella del progetto dell’auditorium in Palazzo Foscarini (di proprietà dell’istituto bancario). «È un progetto che sogno da tanto tempo – risponde Giordani a chi gli chiede chiarimenti – Ma non c’è ancora nulla di concreto. Ne discuteremo con Intesa Sanpaolo ma per adesso nulla è stato deciso. Serve pazienza. Ma con la costanza gli obiettivi si raggiungono».
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