Carlotto: «Tutti gli operai ora vanno risarciti»

Lo scrittore padovano critica Grafica Veneta: «Noi scrittori abbiamo il dovere di vigilare, ora l’azienda dia un risarcimento concreto» 
Enrico Ferro
26/11/2017 Venezia, Massimo Carlotto : scrittore
26/11/2017 Venezia, Massimo Carlotto : scrittore

il colloquio

«Ho riflettuto molto. Mi aspettavo una grande rivolta del mondo della cultura e dell’editoria. Quando ho visto solo posizioni personali, ho deciso di intervenire». Lo scrittore Massimo Carlotto irrompe sul dibattito sorto dopo l’inchiesta dei carabinieri su Grafica Veneta con un lungo post su Facebook, un appello a editori, scrittori, librai e lettori.

Una chiamata alla mobilitazione per una storia «pazzesca e feroce». «Non si possono pubblicare libri in cui si parla di bellezza e di giustizia sociale, scoprendo poi che sono gli schiavi a stamparli. Il mondo del libro deve prendere una posizione».

I MIEI LIBRI STAMPATI Lì

Carlotto ha recepito la presa di posizione di Adl Cobas, sindacato che si è schierato fin da subito a fianco degli operai pachistani sfruttati 12 ore al giorno per 4 euro l’ora.

«Anche i miei libri sono stati stampati lì, ma io non posso trovarmi in questa contraddizione – evidenzia Carlotto – Io ho contribuito al successo di Grafica Veneta, salvo poi scoprire che questi lavoratori, che fatalità sono i migranti che la gente non vuole vedere per strada, venivano trattati così. Ora serve un risarcimento minimo: tempo indeterminato, permesso di soggiorno e arretrati».

Carlotto si occupa da sempre della realtà veneta e delle sue pieghe: «La famosa locomotiva del Nordest viene alimentata sempre dalle stesse persone. Quindi io mi chiedo: come fai a non accorgerti? Come puoi dire: non sapevo».

L’APPELLO ALL’AZIENDA

Lo scrittore si riferisce al presidente Fabio Franceschi. «Grafica Veneta ha pubblicato libri contro la mafia, contro la camorra. Fabio Franceschi, il presidente dell’azienda, dice: non ci affideremo più a queste cooperative. Beh, non mi basta più a questo punto. Voglio e pretendo solidarietà concreta per questa gente. Con la speranza che il mio prossimo libro sia stampato in modo diverso. Noi scrittori abbiamo il dovere di vigilare su queste situazioni. Questa è la punta dell’iceberg, finalmente è stato scoperchiato il sistema». —



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