Case popolari, i candidati sindaco di Padova: «Rivedere le assegnazioni»

PADOVA. L’assegnazione delle case popolari verrà rivista. E gli affittuari sottoposti a maggiori controlli. Indipendentemente da chi vincerà: la promessa accomuna tutti i candidati sindaco, dopo che le annose polemiche sulle attribuzioni sono state ulteriormente inasprite dagli effetti della crisi. Un cambio di strategia condiviso da Altavilla a Salmaso, passando per Bitonci fino a Rossi. Con una novità non trascurabile: anche il candidato democratico sposa la strategia di genitura leghista che prospetta di favorire chi «vive stabilmente a Padova».
Nuovi criteri. I candidati sostengono con una sola voce la stipula di «criteri oggettivi rimodulati per dare le assegnazioni a chi ne ha reale necessità» come dice Giuliano Altavilla invocando la fine dell’era «dei furbetti». Una filosofia ribadita anche nel programma di Alberto Salmaso che prospetta la «rivalutazione dei criteri di assegnazione» con controlli per verificare il permanere dei requisiti dei residenti. Dal canto suo Bruno Cesaro sostiene la «revisione delle politiche abitative» puntando il dito sulla concessione di quote «in via ingiustamente prioritaria a famiglie extracomunitarie», mentre Andrea Colasio accenna appena al problema suggerendo «l’utilizzo del sommerso recuperato dai privati per investirlo a favore delle politiche abitative per le fasce più deboli».
Più controlli. Un tema che non trova voce nel programma di Padova2020: «Per noi non è questione di rivedere i criteri - spiega Francesco Fiore - ma di ripristinare la legalità. Servono verifiche periodiche affinché la gente non si impossessi degli alloggi per generazioni. Anche se chi vuole legare l’accesso all’anzianità di residenza per tagliare fuori gli extracomunitari, preclude un servizio anche agli italiani che si spostano per lavoro». Punta su un’intensificazione dei controlli anche Daniela Ruffini per cui il diritto alla casa è centrale rispetto al programma: «I criteri che ci sono, basati sul reddito, vanno bene, ma per garantire anche le persone che improvvisamente perdono la casa senza aver mai fatto domanda di alloggio dobbiamo assicurare l’accesso a chi ne ha realmente diritto. Chi è onesto non ha nulla da temere».
Anzianità di residenza. È un vecchio cavallo di battaglia della Lega per l’accesso a tutti i servizi pubblici, che il candidato del centrodestra Massimo Bitonci coniuga così per Padova: «Rideterminazione degli otto punti riservati al Consiglio comunale per riequilibrare a favore di chi vive in città, secondo criteri di anzianità e residenza, l’assegnazione degli ex alloggi popolari. Verifiche scrupolose sui requisiti degli assegnatari degli alloggi pubblici, specialmente per quelli assegnati in emergenza abitativa». Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Saia che insiste «sull’aumento dei controlli e la messa a punto di criteri che incidano sull’anzianità di residenza e prevedano il superamento dell’autocertificazione. Dobbiamo ripristinare la legalità in tutte le sue forme mettendo fine a morosità che si trascinano da anni e chiudendo le porte a chi ha la fedina penale sporca. Già così si svuota la metà delle abitazioni e si possono dare soluzioni a chi ne ha veramente diritto». Anche Rossi si aggiunge al gruppo prevedendo «nuovi criteri di accesso che diano maggior sostegno alle famiglie in difficoltà e favoriscano chi vive stabilmente a Padova».
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