Cementificio nel Parco Colli: «Ricollocazione o chiusura»
Conclusa la prima fase del Tavolo tecnico per l’applicazione dell’articolo 19. Frizzarin: «L’auspicio è che chi arriverà dopo di noi prosegua su questa strada»

L’ente Parco Colli segna un punto di svolta per affrontare un problema storico e complesso: la strada da seguire è l’applicazione dell’articolo 19 del Piano Ambientale, che riconosce l’attività industriale della cementeria di Monselice come incompatibile con un’area protetta. È questa la linea emersa al termine del Tavolo tecnico, concluso ufficialmente dopo mesi di incontri tra enti e istituzioni, che ha sancito la volontà di proseguire verso un percorso concreto per la ricollocazione o dismissione dell’impianto dal cuore del Parco.
Si è chiusa così la prima fase di un lavoro avviato a inizio anno che ha coinvolto Ministero dell’Ambiente, Regione Veneto, Soprintendenza, Provincia, Comuni, attività economiche e, nell’ultima seduta, anche i rappresentanti del cementificio. Un’iniziativa che ha instaurato un dialogo stabile su una questione complicata, affermando il ruolo centrale del Parco come riferimento nei futuri procedimenti autorizzativi. L’obiettivo dichiarato nella relazione conclusiva è la definizione di un accordo di programma che porti a una soluzione condivisa e coerente con il percorso di tutela e valorizzazione, anche dato dal riconoscimento di riserva Unesco.
La chiusura della prima fase non rappresenta un punto d’arrivo, ma il passaggio di testimone alla nuova Amministrazione che verrà nominata dopo le elezioni regionali. Il presidente del Parco, Alessandro Frizzarin, sintetizza così il risultato: «Stiamo continuando nell’opera intrapresa per la soluzione di questo grande problema, percorrendo i primi passi. Ora bisognerà proseguire in modo che, nel 2029, anno del rinnovo dell’Autorizzazione Integrata Ambientale, si arrivi a una soluzione, anche con lo spostamento dell’attività» aggiunge Frizzarin, «cercheremo di far capire al Cementificio che anche per loro è utile insediarsi in un luogo più confacente. Si va avanti per l’applicazione dell’articolo 19, con l’auspicio che la nuova governance del Parco continui su questo percorso. Abbiamo fatto la nostra parte e sarebbe importante che la sensibilità ambientale e il coraggio di questa Amministrazione fossero raccolti e portati avanti».
Una posizione condivisa su cui ha lavorato molto anche il consigliere del Parco Francesco Corso: «Il futuro del Parco Colli passa dall’attuazione dell’articolo 19» sentenzia. Sulla stessa linea la sindaca Giorgia Bedin: «Abbiamo messo un punto fermo per proseguire con celerità nella strada dell’applicazione del Piano Ambientale. Un lavoro che stiamo portando avanti anche con la Commissione Cementeria del Comune». Nel documento finale, approvato dal Consiglio direttivo, il Parco ha inoltre espresso preoccupazione per il decreto del Consiglio dei Ministri che autorizza l’utilizzo del Combustibile Solido Secondario, cioè il Css nei cementifici. Una pratica contestata dai Comuni e dai comitati. L’Ente chiede che questo tipo di incenerimento non sia consentito almeno nelle aree protette.
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