Centomila euro al mese dal loro giro di spaccio Il pm: «Tutti a processo»

cittadella. Per parecchio tempo è andata loro bene, un giro stimato in 100 mila euro al mese con la vendita di cocaina e marijuana. Ma ora sta arrivando il conto, con la richiesta di rinvio a giudizio per la banda, in 9 finiscono di finire davanti al giudice grazie alle indagini dei carabinieri della Compagnia di Cittadella coordinati dal pubblico ministero Benedetto Roberti. Rischiano di finire davanti al giudice Antonio Bailo, 57 anni, residente a Loreggia e Denis Gregianin, 50, di Piombino Dese, (all’epoca finirono ai domiciliari), Artur Hysa, 40 anni, residente a Tribano, Mirjian Ndrepepaj, 36, di Piombino Dese ma domiciliato a Resana nel Trevigiano, Xhuli Gjeloshi, 28, di Piombino Dese, Eduard Tuna, 45 anni, latitante, Aleksander Allamani, 43 anni, latitante, Alma Isufi, 41 anni, irreperibili, Abdelaziz El Hakik, 56 anni di Trebaseleghe. La banda gestiva tra le province di Padova, Treviso e Venezia un giro di spaccio di cocaina e marijuana da 100 mila euro al mese. La cocaina, in particolare, è risultata essere di primissima qualità, pura a oltre il 90 per cento e quindi molto richiesta dai consumatori abituali. L’attività investigativa è partita nell’ottobre del 2016 a seguito di una serie di segnalazioni raccolte grazie alla collaborazione dei cittadini che in più occasioni hanno denunciato la presenza di personaggi sospetti a tarda ora nelle piazze. A seguito di servizi di osservazione, appostamenti e pedinamenti, il raggio si è presto esteso dal Padovano fino al Veneziano e al Trevigiano.
DROGA DALL’ALBANIA
Secondo quanto emerso durante le indagini la droga, tanto la cocaina quanto la marijuana, venivano importate dall’Albania. Al vertice della piramide di questa attività di spaccio che valeva almeno centomila euro al mese - di cui 80 mila dalla cocaina e 20 mila dalla marijuana - c’era Ndrepepaj, il quale già a marzo 2017 era stato arrestato con un chilo di droga nell’auto. Lui era il principale spacciatore nelle piazze e a rifornirlo era Hysa che usava come copertura un’attività di commercio di auto usate. Agli atti dell’indagine centinaia di intercettazioni telefoniche. —
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