Centri per l’impiego al collasso pochi impiegati e maxi code

Non si placa l’allarme ai Centri per l’Impiego di Padova: strutture sotto organico, richieste di assistenza che si sommano a quelle del reddito di cittadinanza, Navigator ancora in formazione. «Nei giorni scorsi le file davanti al Cpi della Stanga a Padova superavano anche le 150 persone» spiega Enrico Ciligot, segretario della Fp Cgil di Padova «e si trattava solo degli utenti che chiedono le normali prestazioni. Un flusso già importante da sbrigate in poche ore di sportello per i 15 dipendenti a tempo indeterminato rimasti nella struttura, per quanto coadiuvati da una decina i tempi determinati in scadenza e i dipendenti in distacco temporaneo dalla Regione. Ma alle mille mansioni dei lavoratori dei Cpi, divisi fra atti amministrativi, attività i sportello e pratiche varie, si sono aggiunte le incombenze relative ai Navigator, arrivati nelle sedi da poco e in piena fase di formazione».
manca la formazione
Circa un dozzina di operatori, anche loro precari e alle dirette dipendenze dell’Anpal, che dovrebbero gestire le pratiche dei titolari di reddito di cittadinanza me che, a detta di sindacati e dipendenti, non hanno ancora la formazione necessaria neppure per iniziare a lavorare. «In un modo o nell’altro i Cpi, con o senza il supporto dei Navigator» continua Ciligot «dovranno prendere in carico circa 1000 percettori di Reddito. Per farlo però non sarà sufficiente incontrare queste mille persone (solo un sesto per altro dei percettori della provincia registrati all’Inps a settembre) ma pure i loro familiari: in pratica i dipendenti della struttura dovranno fare colloqui a 2500 persone, oltre all’ordinaria amministrazione. Una situazione che crea disagio all’utenza, ansia nei lavoratori e incertezza nella possibilità di riuscire a ottenere anche solo in parte i risultati previsti».
personale scarso
Nel frattempo per i 6000 percettori di reddito di cittadinanza e per gli altri utenti dei Cpi padovani, ClicLavoroVeneto. it, il portale di servizi on line per la ricerca di Lavoro del Veneto offre per l’intera regione 1175 offerte occupazionali, una cifra ben inferiore a quella necessaria per i soli disoccupati del padovano. «Non riesco ancora a capire come si farà ad offrire tre proposte di lavoro per ciascun percettore di Reddito» continua Ciligot. «A Padova a settembre le pratiche accettate erano poco meno di 6mila a cui si aggiungono le centinaia di persone che ogni giorno chiedono ai Cpi di trovare loro un’occupazione. Nel pieno di questa emergenza spetterebbe proprio ai dipendenti dei Cpi di mettersi in relazione con le imprese per trovare nuovi posti di lavoro vacanti. Una sfida che quei lavoratori hanno sempre accetto con professionalità ma che ad oggi diventa ben difficile proprio per via di una mole di attività di contatto, di formazione e di gestione delle differenti utenze che va ben oltre le possibilità concrete di una persona, per quanto capace e professionale». Ma è dalla segreteria regionale Fp Cgil che arriva una precisa richiesta. «I Cpi del Veneto sono in alto mare» spiega Alessandro Biasioli, della segreteria Fp Cgil del Veneto «ci vogliono investimenti maggiori nelle strutture e nel personale per il bene dei lavoratori ma pure degli utenti e del servizio pubblico in generale». —
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