Centro Aliper vicino al P1 Italia Nostra sollecita tutela per villa Mocenigo

ABANO TERME. Domani la conferenza decisiva in Regione dovrebbe dare il via libera definitivo, concedendo l’autorizzazione commerciale, al nuovo centro commerciale Aliper in zona Dancing P1, ad Abano....

ABANO TERME. Domani la conferenza decisiva in Regione dovrebbe dare il via libera definitivo, concedendo l’autorizzazione commerciale, al nuovo centro commerciale Aliper in zona Dancing P1, ad Abano. Un centro commerciale che sorgerà a pochi passi da Villa Mocenigo Mainardi. Proprio in difesa della villa è scesa in campo Italia Nostra, che ieri ha scritto ai presidenti di Regione e Provincia, al sindaco di Abano e alla Soprintendenza, chiedendo di evitare quello che viene definito dall’associazione “uno scempio”.

«A separare la villa dall’area che dovrebbe ospitare il nuovo centro commerciale Aliper, non ci sono alcune centinaia di metri, ma appena una strada, la provinciale 2 (via Romana Aponense, in prossimità del dancing P1): dieci metri», scrive Renzo Fontana per il Direttivo.

«Soltanto dieci metri dividono la villa dall’area del previsto ipermercato: un mega capannone di 12 mila metri quadri con annesso parcheggio di oltre 20 mila. Non occorre una grande fantasia per immaginare l’impatto catastrofico di una simile operazione sulla villa e il suo paesaggio. Domani si riunirà a Venezia la Conferenza dei servizi per decidere se dare o no la concessione commerciale. Che nello scorso settembre era stata negata, a causa di criticità del progetto. Dubitiamo che queste siano state completamente risolte, a cominciare dalle distanze di legge (200 metri dall’angolo nord-ovest del complesso monumentale): certo non riteniamo possa bastare qualche superficiale imbellettamento, tipo una manciata di eventuali alberelli distribuiti qua e là in mezzo al maxi parcheggio. Nell’ormai lontano 2005, presentando insieme al WWF le osservazioni alla variante Parziale al Prg di Abano n. 19, chiedevamo che la previsione del centro commerciale fosse stralciata e l’area restasse a destinazione rurale. Il grande centro sarà l’ennesimo esempio della disintegrazione del paesaggio delle ville venete, ridotte a relitti di una passata bellezza, sempre più alla deriva in un oceano fatto di cemento e asfalto». —

FEDERICO FRANCHIN.

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