Certificato medico per il coronavirus Il dentista Vazzoler: rinviate il processo

Accusato di essere il cervello di un’associazione a delinquere specializzata nel riciclaggio per un giro da 117 milioni di euro



È sospettato di essere il “re” del riciclaggio internazionale con un giro d’affari di 117 milioni di euro. Ma anziché pretendere una celere conclusione del processo di cui è protagonista, sembra cercare di frenarlo in ogni modo Alberto Vazzoler, 60enne dentista, in realtà faccendiere veneziano, un attico di superlusso in piazza dei Frutti a Padova e un altro superattico in piazza Drago a Jesolo con vista sull’Adriatico anche se risulta nullatenente.

Proprio mentre il processo marciava verso il traguardo finale, prima ha cambiato un difensore (il penalista Francesco Murgia), poi anche l’altro legale che lo assisteva in collegio (l’avvocato Maria Grazia Stocco). E via un rinvio dietro l’altro anche grazie all’epidemia. La scorsa settimana ennesima udienza slittata: il suo consulente tecnico (la professoressa Daniela Saitta di Roma) non si è presentata, accampando giustificazioni non accolte tanto che il tribunale ha ordinato l’accompagnamento coatto della commercialista a cura dei carabinieri, salvo che non si presenti spontaneamente. Così martedì, alla vigilia del processo previsto per oggi e ormai entrato nella fase finale (in programma un intervento della professoressa Saitta e poi la requisitoria del pubblico ministero m Roberto D’Angelo), ecco che il processo rischia uno stop prolungato: l’imputato Alberto Vazzoler ha trasmesso un certificato medico spiegando di essere stato contagiato dal coronavirus. E con lui, la compagna trevigiana Silvia Moro che è indagata per concorso negli stessi reati (l’inchiesta è stata trasmessa alla procura di Venezia dietro ricorso dell’interessata in Cassazione).

Vazzoler si trova nella villetta di famiglia a Musile di Piave nel Veneziano sottoposto alla misura cautelare dell’obbligo di dimora. Nella documentazione che ha presentato (e costituisce “legittimo impedimento” alla celebrazione dell’udienza) avrebbe spiegato di avere a disposizione pure le bombole per l’ossigeno. Insomma, malato Covid. Un espediente per far slittare il processo a parecchi mesi in là (uno dei tre giudici è in attesa di un figlio, il che potrebbe non essere sfuggito all’imputato) o una malattia reale? Il pm D’Angelo, già pronto a concludere, aveva sollecitato una visita medico-legale per accertare la situazione. Resta da vedere che cosa accadrà nell’udienza di oggi prevista alle 11.30. Il nuovo difensore è l’avvocato Marcello Lala del foro di Napoli, la scorsa udienza sostituito in aula dal collega padovano Patrizio Ianniello. —

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