Chiude la «Cambusa», altro locale storico che abbassa le serrande

In centro storico anche Luigi, detto Gigi, De Gaetano, napoletano di Ercolano, da 30 anni in città, ha gettato la spugna: chiuso il ristorante di via Sant'Andrea

PADOVA. In centro storico anche Luigi, detto Gigi, De Gaetano, napoletano di Ercolano, da 30 anni in città, ha gettato la spugna. Ieri sera ha consegnato le chiavi della Cambusa al proprietario dei muri perché i conti della trattoria di via Sant’Andrea erano da troppo tempo in rosso. Ancora una volta, il caro-affitti si è rivelato determinante nella decisione di abbassare le serrande per sempre. «Non potevo più permettermi di pagare 5 mila euro al mese per 130 metri quadri» spiega il ristoratore «ma i motivi della chiusura sono anche altri: la crisi dei consumi, che sta colpendo al cuore anche tanti altri esercizi e l’eccessiva pedonalizzazione del centro che, specialmente alla sera, sta contribuendo pesantemente alla desertificazione di quella parte della città che va da Largo Europa a Prato della Valle».

Nella chiusura della Cambusa (50 coperti) c’è anche un altro aspetto di natura sociale. Dopo 15 anni come titolare di locali pubblici, tra cui la Caravella all’Arcella e il Bounty in via Zabarella, Gigi torna a lavorare “sotto padrone” . Probabilmente andrà a Venezia , ai “ Do Forni”. De Gaetano, prima di mettersi in proprio, ha lavorato sia come chef in cucina che come maitre e barman. Ha prestato servizio all’Excelsior, dove ha servito attori come Alberto Sordi, Harrison Ford e Stefania Sandrelli, al Des Bains e al Danieli ed è stato barista anche sull’Orient Express. I premi ricevuti per la sua brillante carriera non si contano, come quello del più bravo barman del Nordest conquistato a Caorle nel 2008. Quando, cinque anni fa, ha aperto La Cambusa, subito sono diventati clienti abituali anche gli avvocati Piero Longo e Nicolò Ghedini, tanti assessori comunali, lo stesso sindaco, magistrati e forze dell’ordine. «La vita è bella perché cambia continuamente» garantisce «non ho nessun problema a tornare a lavorare come dipendente. Il necessario è che ogni fine mese ci sia una busta paga con cui mandare avanti la mia famiglia. Ringrazio sia tutti quelli che mi hanno sempre voluto bene ed hanno apprezzato la mia cucina e sia quelli che non sono venuti incontro, negli ultimi tempi, alle mie richieste di aiuto». 

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