Chiusura di sedi e tagli agli stipendi, posti a rischio

ALBIGNASEGO. È indubbio che Trony patisce forse errori gestionali, ma anche la crisi che il mondo dell’elettronica sta vivendo a causa delle vendite via internet. Così come i dipendenti di Trony,...

ALBIGNASEGO. È indubbio che Trony patisce forse errori gestionali, ma anche la crisi che il mondo dell’elettronica sta vivendo a causa delle vendite via internet. Così come i dipendenti di Trony, anche quelli dei negozi Mediaworld (ad Albignasego si trova all’interno del centro commerciale Ipercity, a cinquecento metri di distanza dal Trony) stanno vivendo un periodo di grande incertezza. Due settimane fa hanno scioperato in tutta Italia, contro l’annunciata chiusura di due negozi, l’eliminazione dal primo maggio della maggiorazione domenicale, che si traduce in 150 euro in meno in busta paga, e i paventati licenziamenti. Oppure i trasferimenti in altre filiali, anche a centinaia di chilometri di distanza.

C’è chi due anni e mezzo fa, al palesarsi dei primi segni della crisi, ha scelto di accettare il trasferimento a centinaia di chilometri da casa pur di avere assicurato il posto di lavoro con cui mantenere la famiglia.

E adesso si trova di nuovo ad affrontare l’emergenza. Così come per i lavoratori di Trony, anche tra i dipendenti di Mediaworld l’età media è piuttosto alta, perché – dicono – i giovani non vogliono lavorare la domenica. Hanno per lo più tutti famiglia, o vivono soli e devono contare quindi solo sul loro stipendio. Ci sono poi diverse coppie che lavorano in azienda: chi ha figli, ha orari inconciliabili, perché la ditta non viene loro incontro e chi non li ha, aspetta ad averli, perché in questa incertezza rischiano entrambi di rimare senza impiego. Ci sono poi le persone che lavorano con contratto a “45 giorni”: pur di lavorare accettano incarichi da un mese e mezzo, poi a casa, sperando di venire richiamati, comunque per sei volte al massimo. (cri. s.)

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