Chiusura Kristallux, l’angoscia degli operai

Clima particolare, ieri in centro a Rustega di Camposampiero, tra i dipendenti della Kristallux, ma anche tra i loro amici e familiari, dopo la notizia della chiusura. Non è stata una domenica come...

Clima particolare, ieri in centro a Rustega di Camposampiero, tra i dipendenti della Kristallux, ma anche tra i loro amici e familiari, dopo la notizia della chiusura. Non è stata una domenica come le altre perché stamattina, dopo ben cinquantadue anni, i cancelli dell’azienda fondata nel 1966 da Mario Cortella, non si sono riaperti. O meglio, si sono riaperti solo per i sei dipendenti che fino al 30 aprile si occuperanno di spedire le ultime merci in giacenza, caricare i macchinari da trasferire e liberare i capannoni. La concorrenza dei produttori cinesi di articoli per l’arredo-bagno ha costretto la Kristallux a chiudere. «Non è possibile competere quando i cinesi vendono nei grandi centri commerciali modelli copiati da noi a prezzi anche quattro o cinque volte inferiori» aveva spiegato Cortella.

E così, è arrivata la fine dell’attività per la prima azienda che si era insediata nell’area artigianale di Rustega. Tra i sei dipendenti che lavoreranno nelle prossime settimane, Giancarlo Brugnolaro, di Rustega: «Ho lavorato qui 39 anni in produzione e officina. Fortunatamente ho già trovato un altro posto in una ditta di Camposampiero, ma cambiare e lasciare una ditta e un lavoro dopo 39 anni, non è facile» commenta Brugnolaro che prima della pensione dovrà lavorare altri 5 anni. «È dura dover chiudere un’azienda come Kristallux, ancora sana e produttiva conclude Brugnolaro. Siamo tutti dispiaciuti anche per Mario Cortella, il nostro titolare, che in questi anni si è dimostrato un grande imprenditore».

Tra gli altri 28 dipendenti, alcuni hanno già un altro posto ma qualcuno, da oggi, è senza lavoro. Effetti della famosa “globalizzazione dei mercati” e della concorrenza spietata che arriva dalla Cina.

Francesco Zuanon

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