Ciao Marta, sconfitta da un tumore a 10 anni

La piccola era figlia di Andrea Magosso, ex giocatore e allenatore di rugby Rinunciò ai regali di Natale e donò i risparmi all’ospedale dove era ricoverata
Di Simone Varroto

ALTICHIERO. Ha combattuto tre anni contro un neuroblastoma, (un tumore che ha origine dalle cellule del sistema nervoso), dimostrando generosità fuori dal comune e tanta tenacia prima di arrendersi alla malattia.

Si è spenta ieri la piccola Marta Magosso, 10 anni, figlia di Andrea, ex giocatore ed allenatore del Valsugana Rugby Padova, società con sede ad Altichiero.

La notizia è girata rapidamente dal sito internet del club ai social network, dove tantissime persone hanno voluto esprimere solidarietà e vicinanza alla famiglia Magosso. La piccola Marta lascia papà Andrea, mamma Sandra e la sorella Matilde, atleta dell’U14 del Valsugana. Appena un anno fa Marta Magosso aveva sorpreso e commosso tutti, richiamando l’attenzione della cronaca per aver rinunciato ai regali di Natale preferendo donare i suoi risparmi (475 euro) all’Ospedale di Padova, per l’acquisto di “tappi blu”, cioè valvole speciali per la pulizia dei cateteri con cui lei e molti altri bambini ricoverati nel reparto di Oncoematologia Pediatrica dell’Ospedale di Padova convivono quotidianamente.

«Era sempre attenta agli altri e alle loro esigenze, una qualità che ci rendeva molto orgogliosi e spesso ci stupiva», racconta papà Andrea. «Nella letterina di Natale di quest’anno ha chiesto regali per papà, mamma, sorella, i nonni e tutti quelli che si stavano dando da fare per lei. Poi alla fine aveva aggiunto la frase “e a me se me lo merito”. Credo che la sua sensibilità e maturità sia stata accentuata attraverso il percorso particolare che ha fatto negli ultimi tre anni», racconta Andrea.

I medici avevano diagnosticato il neuroblastoma il 25 febbraio 2013. Dopo due anni di chemioterapia Marta sembrava aver superato la fase più critica e nel maggio scorso gli esami avevano evidenziato un netto miglioramento.

«Per un mese circa ha potuto togliere il catetere, fino a metà luglio quando ha avuto una ricaduta mentre eravamo in vacanza vicino a Salerno», racconta il padre, «Avendo già visto quel film nel suo reparto ed essendo maturata in fretta sapeva bene cosa la aspettava ma non si è mai tirata indietro. L’hanno ricoverata l’ultima volta il 2 dicembre; pensavamo alla solita chemioterapia invece le cose si sono aggravate presto. Da allora era uscita solo il giorno di Natale, che ha potuto passare a casa con la sua famiglia».

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