«Cig discriminatoria» Le tute blu dell’Ocs scendono in strada

ALBIGNASEGO
Scendono in strada i lavoratori della Ocs Officine Costruzioni Speciali per chiedere insieme ai sindacati il rispetto della normativa sulla cassa integrazione. La protesta ieri mattina dalle 5.30, prima dell’inizio del turno, si è svolta pacificamente lungo Strada Battaglia, davanti alla sede dell’azienda specializzata nella costruzione di serbatoi e impianti per raffinerie e società petrolifere. I lavoratori sono rimasti fuori dallo stabilimento, sotto gli occhi di carabinieri e uomini della Digos. «Più che uno sciopero è stato un picchetto, un primo segnale rivolto all’azienda» spiega Lodovico Damiani della Uilm, insieme ai colleghi della Fiom Cgil Michele Iandiorio e della Fim Cisl Andrea Bonato. Motivo del dissenso il criterio con cui l’azienda, che conta un’ottantina di dipendenti, ha fatto ricorso alla cassa integrazione.
«Abbiamo avuto la sensazione» proseguono i sindacalisti «che l’azienda abbia voluto fare le “pulizie pasquali”, visto che ad essere messi in cassa integrazione sono stati solamente sei lavoratori, sia operai che personale amministrativo. La buona prassi sulla cassa integrazione prevede la rotazione dei lavoratori, invece qui la scelta è caduta solo su pochi, non vorremmo che fosse il pretesto per colpire determinate persone». Alla questione del ricorso cassa integrazione, aggiungono i rappresentanti sindacali, si aggiunge anche un altro aspetto che riguarda sempre l’organizzazione del personale. «Ci chiediamo come mai in questo periodo di crisi da una parte l’azienda metta in cassa integrazione alcuni lavoratori e dall’altra invece si avvalga di personale esterno, chiamato al lavoro anche il sabato e la domenica. Noi invece abbiamo chiesto alla dirigenza di utilizzare questa pausa lavorativa della Cig per migliorare la qualità e la professionalità dei dipendenti con dei corsi formazione. Siamo comunque sempre pronti al dialogo e aperti ad ogni soluzione logica e costruttiva». —
Nicola Stievano
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