Cinquemila in marcia per salvare il pianeta «Il Comune dichiari l’emergenza clima»

«La terra è in fiamme, suonate l’allarme». Sfilano in cinquemila stavolta, dietro lo striscione dei Fridays for Future. Bissare l’incredibile successo della marcia di marzo, con 15 mila persone, era impensabile. Ma anche stavolta l’onda ecologista - formata soprattutto da studenti - travolge la città. Paralizza la Stanga, trasformata in isola pedonale, pianta alberi nelle aiuole, invade strade e piazza, approda in centro e chiede al Comune di dichiarare l’emergenza climatica. Poi defluisce verso Prato della Valle. È una festa di slogan e colori, un corteo allegro e però serissimo. “Cambiamo il sistema, non il clima”, è scritto sullo striscione che apre la marcia.
la prandina chiusa
La mobilitazione ha un prologo a sorpresa nella notte, quando il movimento sigilla con catene e lucchetti il cancello della Prandina, l’ex caserma usata come parcheggio. “Chiusa per sciopero”, si legge nello striscione “+ parchi - parking”. Il tema è quanto mai attuale. E i commercianti di corso Milano, scesi in piazza mercoledì per difendere i posti auto davanti ai loro negozi e per contestare il tram, sono il bersaglio di tanti slogan. «Dovete capirlo anche voi», griderà il corteo, «state lavorando in mezzo ai veleni. Noi vogliamo vivere in una città accessibile senza le auto». E la forza del messaggio, più l’applauso dei cinquemila ragazzi, dovrebbe far riflettere i duecento commercianti che hanno dato vita alla protesta. La Prandina, comunque, ieri è stata regolarmente aperta.
la stanga pedonale
Parte piano, il corteo. E si ingrossa per strada. Alla Stanga i manifestanti sono 3.500, poco più. Arrivano al “fagiolo” e se lo prendono, sdraiandosi in mezzo alla strada e paralizzando il traffico - anche quello dei mezzi pubblici - per una mezz’ora. Nella rotonda spartitraffico piantano tre alberi ed è anche questo un messaggio inequivocabile. «Di cemento ce n’è già troppo, Padova è prima per consumo di suolo», ricorderanno durante il percorso. Ci vuole più verde.
gli slogan
Cartelli e striscioni sono quelli della marcia di marzo. “Non esiste un pianeta b, noi vogliamo questo qui”, è il coro. “Noi siamo la sirena che suona l’allarme”, gridano i ragazzi imboccando via Ognissanti per poi conquistare via Altinate, dove altre centinaia di studenti si uniscono al corteo. “Dalle scuole ai posti di lavoro, Fridays for future, fighting for future”, è scritto sullo striscione dei Cobas. Decine i cartelli contro la plastica e contro lo smog.
emergenza
Sotto Palazzo Moroni la marcia si ferma. E un rappresentante del movimento consegna agli assessori Gallani e Micalizzi un documento da portare all’approvazione della giunta, come hanno già fatto i Comuni di Milano, Napoli e Acri, ma anche - simbolicamente - tante scuole, dove i collettivi del Fridays si stanno moltiplicando, dando vita a momenti di dibattito su temi ambientali. È la dichiarazione di emergenza climatica e ambientale. L’obiettivo di zero emissioni di gas climalteranti va portato al 2030, si legge nel documento. E al cambiamento climatico va data la massima priorità, con misure di contrasto a carico di chi ha causato maggiormente i danni ambientali. Il documento, inoltre, chiede che «il Comune rivaluti le sue scelte in materia di consumo del suolo, mobilità, fabbisogno energetico e riqualificazione delle aree urbane a favore di proposte che tengano conto delle esigenze dell’intera cittadinanza e del futuro della città e delle persone che la abitano». Gli assessori promettono di portarla in giunta. La marcia riparte, ma ci saranno altri venerdì. E non si accontenteranno di promesse. —
Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova