Magazzino dell’Usl 6 a Cittadella: la gara da 11 milioni finisce in Consiglio di Stato

Battaglia tra Clean Service e Plurima sull’aggiudicazione. L’Euganea stanzia 30 mila euro per le spese legali

Silivia Bergamin
La sede dell'Ulss 6 in via Scrovegni a Padova
La sede dell'Ulss 6 in via Scrovegni a Padova

L’Usl 6 delibera quasi 30 mila euro di spese legali per difendere una propria determinazione già bocciata dal Tar. Finirà in Consiglio di Stato la querelle sull’appalto da 11,2 milioni di euro in cinque anni per la gestione in outsourcing del magazzino dei beni sanitari ed economali dell’Euganea.

Al centro dello scontro, una gara pubblica bandita nel 2023 per affidare la logistica sanitaria dell’intera azienda. A vincerla, sulla base della graduatoria, fu Clean Service, ditta di Pescara, che nel progetto aveva indicato come sede operativa il nuovo polo logistico di via dell’Olmo, a Cittadella.

Subito dietro Plurima, società di Milano, con base nel magazzino attuale, quello di Monselice. Clean Service aveva avuto la meglio per 5 centesimi di punto, 85,61 contro 85,56.

Il tema è tutt’altro che secondario: per vent’anni il magazzino è stato a Fontaniva, poi spostato a Monselice con ricadute negative per le strutture dell’Alta, in particolare gli ospedali di Cittadella e Camposampiero.

La faccenda si surriscalda nell’estate dello scorso anno: Clean Service vince la gara, ma a inizio luglio il responsabile del procedimento, Giorgio Melinu, viene a mancare.

Gli subentra Enrico Vanin, che passa al setaccio gli atti e segnala alcune criticità nell’offerta della vincitrice, in primis la mancata realizzazione concreta del magazzino previsto a Cittadella, ancora non edificato.

A settembre l’Usl procede quindi con l’annullamento d’ufficio, motivato anche dall’urgenza di evitare «fondati ricorsi di natura giurisdizionale, con inutile aggravio di costi amministrativi e procedurali, con conseguente prolungamento dei tempi di conclusione del procedimento».

L’annullamento provoca la reazione di Clean Service, che ricorre al Tar del Veneto.

E il tribunale amministrativo, con sentenza pubblicata a fine febbraio di quest’anno, accoglie il ricorso e conferma la validità dell’aggiudicazione a Clean Service, ritenendo l’annullamento non legittimo; in particolare, sul nodo del magazzino, fa notare che «per l’attribuzione di un punteggio all’offerta tecnica è sufficiente che in essa siano sufficientemente ma chiaramente individuati i mezzi e le dotazioni, a prescindere che l’operatore economico ne abbia la disponibilità e ciò in quanto un eventuale obbligo di acquisire i beni necessari all’esecuzione della prestazione già all’atto della partecipazione alla gara produrrebbe effetti discriminatori ed anticoncorrenziali».

La questione – però – non si chiude: Plurima, seconda in graduatoria, impugna la sentenza presentando ricorso al Consiglio di Stato.

L’Usl decide quindi di costituirsi in giudizio anche nel secondo grado, affidando la difesa all’avvocato Enrico Minnei, già legale nel primo grado. Il compenso per l’incarico, comprensivo di oneri, spese di domiciliazione e trasferta, è stato quantificato in oltre 20 mila euro, ai quali si aggiungono 9 mila euro di contributo unificato.

La scelta di ricorrere a un avvocato esterno è stata motivata dalla mancanza di personale abilitato al patrocinio nelle giurisdizioni superiori e dalla complessità tecnica della vicenda. Nel frattempo, la gestione del magazzino resta congelata: proroga dopo proroga, il servizio continua a essere garantito da Plurima, in attesa della sentenza definitiva. 

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova