Clamoroso divorzio fra Rinuncini e Ponte democratico

La bomba l’ha sganciata ieri pomeriggio il segretario del Pd sannicolese Paolo Schiavon: le strade di Enrico Rinuncini e quelle della coalizione Ponte San Nicolò democratico, a un mese dal voto, si sono divise. Emerge il quadro di un centrosinistra lacerato. «Enrico Rinuncini è nato e cresciuto in Ponte San Nicolò democratico, coalizione che governa il nostro Comune da 23 anni, garantendogli uno sviluppo equilibrato e di qualità», ha ricordato Schiavon. «Mercoledì, al termine del consiglio comunale, dopo mesi di lunghe e dolorose trattative, ha annunciato la sua decisione di togliersi da Ponte San Nicolò democratico per fare una sua lista personale. Le motivazioni di questa scelta continuano ad apparirci incomprensibili». «Si è preso una grossa responsabilità», gli fa eco l’assessore alla Cultura Bertilla Schiavon, «così si va a dividere il paese, creando divisioni nelle parrocchie, nelle associazioni e nelle famiglie. È una scelta che fa male». Continua Paolo Schiavon: «Con gli alleati stiamo portando avanti tutte le iniziative per continuare a proporci come Ponte San Nicolò democratico». Nei prossimi giorni il nome del candidato sindaco: «Continueremo a lavorare per il bene della nostra gente, promovendo opportunità di lavoro, la salvaguardia del territorio, sostenendo la fasce deboli e la crescita culturale di Ponte San Nicolò, risolvendo il nodo biblioteca e nel frattempo quello del recupero di Villa Crescente». Rinuncini spiega le ragioni dello strappo: «Ci sono state in questi anni molte lacerazioni che ho cercato di sanare. Non è stata una scelta facile, ma le ferite nell’ultimo periodo hanno raggiunto il punto di non ritorno. Quando mi sono accorto che alcune logiche di partito potevano oscurare la missione dell’amministrazione, ho deciso che era tempo di un nuovo percorso. La voglia di rinnovamento non è stata ascoltata. Da parte mia non c’è alcun rancore, ma questa scelta coraggiosa era l’unico modo per essere davvero al servizio dei cittadini». Sarà quindi diaspora nel centrosinistra, ora ci si interroga su chi resterà nella lista tradizionale e chi invece seguirà Rinuncini.
Andrea Canton
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