Commissione Cultura in sopralluogo negli scantinati: degrado palese

Il Caffè Pedrocchi e, fianco, Giuliano Pisani presidente di commissione
Nessuna discussione, ma solo un giro «ricognitivo» per capire come procedere e quali sono le prospettive. Soprattutto quelle del secondo piano del «Caffè senza porte», in cui urge una ristrutturazione. Tanti metri quadrati che potrebbero essere utilizzati in vari modi: l'amministrazione punta a fare al più presto uno studio e valutare le ipotesi. I consiglieri della commissione Cultura, con il presidente Giuliano Pisani in testa, hanno effettuato ieri un sopralluogo nell'edificio del Pedrocchi. A fare da «cicerone» c'era l'assessore all'Edilizia Monumentale Luisa Boldrin. Due in particolare i luoghi «nascosti» sui quali si è concentrata l'attenzione della commissione. Gli scantinati del Caffè, che ospitano i macchinari da cui si pompa l'acqua in caso di incendio, e le caldaie, oltre agli edifici del secondo piano, che fino a circa quindici anni fa ospitavano uffici del settore lavori pubblici. «Sono molti metri quadrati di superficie in stato di totale abbandono, con il tetto che sta cadendo - denuncia il capogruppo Pdl Alberto Salmaso - I lavori di ristrutturazione sono ormai necessari. Poi bisogna pensare a dare allo spazio in questione una destinazione pubblica: abbiamo perso tantissimi anni in promesse e buone intenzioni, è ora che si dia un seguito alle parole. Anche per una questione di decoro: stiamo parlano di un edificio che qualifica la città di Padova e la fa conoscere in tutto il mondo». L'assessore ha annunciato che sarà presto fatto uno studio, a cui seguirà poi una gara per la ristrutturazione. Fra le ipotesi c'è anche quella di trovare posto ad un ristorante e a spazi dedicati alla foresteria. Mente negli anni scorsi si era parlato anche di appartamenti di lusso. In ogni caso bisognerà tenere conto anche della proposta dei gestori, la «Caffè Pedrocchi 2001» srl, una società vicina agli ambienti di Comunione e Liberazione. C'è poi il nodo del «museo del Risorgimento», che l'anno prossimo vedrà festeggiare il 150º anniversario dell'unità d'Italia. Un museo che vede un calo di presenze nel corso degli anni. Col direttore dei Musei civici, Davide Banzato, che aveva lamentato la scarsa collaborazione nella valorizzazione dai parte dei gestori, obbligati a farlo dalla convenzione firmata nel 1997 e rivista nel 2003. Tanto che nel 2008 erano arrivate, da parte di Banzato, anche tre diffide ufficiali. L'anno prossimo sarà anche il 180º anniversario della costruzione dell'edificio, voluto da Antonio Pedrocchi e diventato di proprietà del Comune nel 1897, con l'atto di donazione firmato da Domenico Cappellato, figlio adottivo del Pedrocchi. (e.a.)
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