Computer in carcere a chi studia “blindati” per vietare l’accesso a internet

Sono 800 i detenuti nella casa di reclusione del Due Palazzi, una struttura fatta per ospitarne 400. Alcuni, in cella, possono avere un computer, ce l’hanno di solito quelli che studiano, superiori...

Sono 800 i detenuti nella casa di reclusione del Due Palazzi, una struttura fatta per ospitarne 400. Alcuni, in cella, possono avere un computer, ce l’hanno di solito quelli che studiano, superiori (ragioneria attraverso l’istituto Gramsci) o corsi universitari, ma non solo. L’iter per ottenere un pc inizia con una domanda al direttore del carcere: in caso di risposta positiva, si passa all’acquisto, a carico del detenuto ma del quale si occupa direttamente il carcere. Dopo di che il computer viene affidato alle mani di un tecnico che lo “blinda” ovvero sigilla l’entrata per chiavette usb e lo tratta in modo da impedire qualsiasi possibilità di connessione ad internet. A questo punto il computer viene consegnato in cella al detenuto che lo può usare per scrivere e per consultare il contenuto dei due cd e due dvd che gli è consentito di tenere. Quasi tutti i nove detenuti che hanno appena passato la maturità con ottimi voti avevano il computer in cella. Compresi Cristian Pepe, 39 anni di Lecce, e Cataldo Catapano, 58 anni di Taranto, reclusi in massima sicurezza: quest’ultimo, partito da una condizione di semi analfabetismo, in sette anni ha fatto tutto il percorso di studi fino ad arrivare al diploma di ragioniere. Uno studente dotato che si impegnava molto. Anche troppo. (a.pi.)

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