«Con la Città della Salute saremo la Boston del Nordest»

l’intervento
La nuova Città della Salute, composta dal nuovo ospedale di Padova est e dalle strutture riqualificate dell’area giustinianea che includono anche il mondo materno-infantile con la nuova Pediatria (e non solo), è un’urgenza e una grandissima occasione per rilanciare Padova a livello internazionale, per fare della nostra città la Boston del Nordest. Sulla sanità infatti stiamo creando un progetto che ha, non solo una storia gloriosa e secolare alle spalle ma, grazie a questi due poli di eccellenza, anche un radioso futuro. A patto di non perdere ulteriore tempo e di inquadrare tutto nel giusto contesto.
Si dimentica spesso, ad esempio, che la nuova Pediatria è solo una parte della nuova cittadella della donna e del bambino che servirà a valorizzare la città e la sua naturale vocazione al sociale: siamo, e saremo ancor di più, di fronte a famiglie che devono affrontare la malattia di un figlio e che hanno bisogno che Padova diventi la loro nuova casa; a loro bisogna offrire, oltre alle cure, assistenza e servizi in termini di ospitalità, formazione, una scuola, un parco giochi. Si pensi poi all’impatto di questa cittadella sullo sviluppo della ricerca. È per tutto questo che la nuova Pediatria, progetto già discusso ed esaminato a tutti i livelli, e il polo di San Lazzaro, non possono fermarsi ora. Anche perché abbiamo di fronte un unico obiettivo: creare un’eccellenza in ambito internazionale. Dobbiamo fare di Padova la Boston d’Europa: non si tratta solo di creare un nuovo ospedale, ma di un progetto di assistenza e di ricerca all’avanguardia. Parliamo di telemedicina, di ricerca biomedica, di sviluppare e di applicare innovazioni e soluzioni in ogni ambito, anche quello informatico, architettonico, edilizio, impiantistico.
Le ricadute saranno enormi in ogni settore: con un polo così costruito Padova diventerà ancor più attrattiva per multinazionali che possono trovare qui un ambiente all’avanguardia in diversi ambiti della ricerca, non solo quella di base, ma anche quella clinica, ambito in cui è fondamentale fare importanti passi in avanti. Abbiamo infatti urgente bisogno di un centro di ricerca clinica integrato, a partecipazione universitaria ed ospedaliera, capace di accompagnare e favorire la ricerca clinica anche di fase precoce fornendo supporto e sostegno alla struttura ospedaliera.
Per far tutto ciò è però fondamentale che l’Università trovi un nuovo equilibrio con la Regione anche in Azienda Ospedaliera, condividendo appieno apicalità e progetti di ricerca. Un nuovo patto con la Regione è poi fondamentale anche per offrire certezze di sviluppo al corso di medicina di Treviso che ha bisogno di prospettive e supporti di ampio respiro.
Con un polo così concepito, e con un equilibrio rinnovato con la Regione, Padova potrà essere maggiormente attrattiva a livello nazionale e internazionale, richiamando studenti eccellenti da ogni parte, onorando, anche con mezzi materiali, la qualità della ricerca che esprime grazie al personale del suo ateneo. —
prorettore al trasferimento tecnologico
candidato rettore
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