Condannato a 28 anni il papà della psicologa Alessandra Camboni

La donna, che abitava ad Albignasego, fu uccisa a coltellate Per la famiglia la sentenza della Corte d’Assise è troppo mite
Di Cristina Salvato

ALBIGNASEGO. Il padre di Alessandra Camboni, Mario, è stato condannato a 28 anni di reclusione. La sentenza è giunta l’altro ieri, dopo che la Corte d’Assise di Varese, presieduta dal giudice Ottavio D’Agostino, si era riunita per otto ore in camera di consiglio. Sentenza che non ha accolto le richieste del pm Luca Petrucci, che invocava una condanna all’ergastolo, in quanto non sono state riconosciute le aggravanti della premeditazione e della crudeltà, affermando invece che il delitto commesso dall’ex finanziere settantenne sia stato dettato da un impulso omicida improvviso. L’uomo aveva confessato il delitto subito dopo l’arresto ed è stato dichiarato incapace di intendere e di volere. Una sentenza giudicata troppo mite dalla famiglia.

Alessandra Camboni,33 anni, era originaria di Marchirolo, ma si era trasferita a Padova e risiedeva da alcuni anni nel quartiere di San Tommaso ad Albignasego. Dopo la laurea, aveva iniziato a lavorare come psicologa tirocinante in ospedale a Camposampiero. La sua vita trascorreva serena. Tra il lavoro, gli amici e la sua adorata gattina, fino al giorno di Pasqua i due anni fa, il 24 aprile. In occasione delle festività era tornata a Varese a trovare i famigliari: con il fratello Federico, 34 anni, avvocato a Milano, si era recata a Gavirate, nel residence in cui abitava il padre Mario, che era stato allontanato dalla casa familiare per i ripetuti episodi di violenza contro la moglie. Alessandra gli aveva portato vestiti, denaro e una colomba pasquale. Durante la visita il padre aveva chiesto di poter tornare a casa, ma gli era stato negato il permesso, per cui aveva riversato la sua rabbia e la sua furia contro i figli. Preso un coltello da cucina, aveva inferto oltre una decina di coltellate contro Alessandra, una delle quali mortali. Quelle dirette invece all’altro figlio, Federico, intervenuto nel tentativo di salvare la sorella, non erano risultate fortunatamente fatali. Il giovane riuscì a scappare dalla casa e a chiamare aiuto. All’arrivo dei soccorsi il padre venne ritrovato in stato confusionale, ma ammise il delitto; per Alessandra non ci fu purtroppo più nulla da fare.

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