Conservatorio inagibile Danni gravi, sede inadeguata

SOTT’ACQUA. L’interno del conservatorio Pollini, in via Cassan, inagibile dopo il nubifragio di giovedì pomeriggio; a sinistra, via Porciglia allagata
SOTT’ACQUA. L’interno del conservatorio Pollini, in via Cassan, inagibile dopo il nubifragio di giovedì pomeriggio; a sinistra, via Porciglia allagata
 La pioggia torrenziale di giovedì pomeriggio ha allagato il conservatorio Pollini. Il pomeriggio stesso la direttrice Maria Nevilla Massaro e il personale all'interno del conservatorio hanno tentato di raccogliere l'acqua piovana alla meno peggio. Ma i danni sono gravissimi. L'intera ala di via Cassan è compromessa ed è stata interdetta ai giovani musicisti fino a data da definirsi. Sei aule su 30 (già insufficienti) sono fuori gioco. Una collaboratrice scolastica ha rischiato che i vetri della finestra del bagno la investissero in pieno volto: «Ha cercato di chiudere i battenti - raccontano le colleghe - ma l'impeto dell'acqua ha frantumato i vetri della finestra. Se non avesse avuto la prontezza di schivarli a quest'ora le schegge l'avrebbero colpita in faccia». In una sala prove, invece, il neon attaccato al soffitto è precipitato sotto il peso dell'acqua. Per miracolo sono stati salvati gli strumenti, primo un pianoforte in sala. Ma soprattutto in quel momento non c'erano studenti nell'aula. Non va meglio nella sala computer. Qui il tetto è invaso dalle infiltrazioni e, oltretutto, al piano di sopra c'è la biblioteca con il pavimento di legno che «potrebbe cedere da un momento all'altro», denunciano dalla scuola.  «L'acqua - racconta chi era presente - Si è riversata sulle scale come un torrente: cascate di pioggia venivano giù dal tetto del primo piano». «La sede è completamente inadeguata per i mille studenti iscritti - denuncia la direttrice - Lo ripeto da anni ma i vari tavoli tra Provincia (da cui dipende la nostra gestione) e Comune (proprietario delle mura) non sono serviti a nulla. La nostra ultima speranza è il palazzo accanto al conservatorio, l'ex tesoreria della Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo: basterebbe abbattere un muro per usufruire della grande sede. La proprietà è privata, trovare un accordo sarebbe la nostra salvezza». (e.sci.)

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