«Corretto e gentile con i pugili Una grave perdita per la boxe»

PIOVE DI SACCO
Stelvio Boaretto aveva da poco ottenuto il patentino di arbitro nazionale di pugilato. Un traguardo raggiunto con puntiglio dopo anni di gavetta sul ring a dirigere match a livello provinciale e regionale.
Una carriera in ascesa la sua dove figura anche la direzione di alcuni combattimenti tra pugili professionisti. La notizia della morte ha suscitato unanime cordoglio nella Boxe Piovese, dove Boaretto una decina d’anni fa prima di partecipare al corso arbitri si allenava come pugile amatore e si era tesserato alla Federazione pugilistica italiana, nella categoria dei pesi leggeri.
«Aveva un ottimo rapporto con tutti i pugili della nostra società, in particolare con i professionisti Luca Rigoldi e Devis Boschiero», afferma il maestro Gino Freo. «Al Comitato regionale non vedono di buon grado che un arbitro frequenti una palestra di boxe per evitare che stringa amicizie con gli atleti. Una scelta che non mi trova d’accordo, anzi. E Stelvio era una dimostrazione della validità della mia teoria».
Freo si sofferma ad elencare i pregi di Boaretto che lo facevano risultare affidabile e simpatico un po’ a tutti. «Lui sapeva dialogare con i pugili e soprattutto con gli uomini dell’angolo. Sempre con la gentilezza e la correttezza che lo contraddistinguevano. Per questo era ben voluto da tutti. So che per poter gareggiare al Mugello aveva rinunciato ad alcune importanti direzioni arbitrali che gli erano state proposte. Siamo tutti molto addolorati, per la boxe è una grande perdita». —
Gianni Biasetto
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