Costi di gestione del tribunale doccia fredda per il Comune

Padova dovrà accontentarsi delle “briciole”. Il Ministero non rimborserà che il 30% delle spese necessarie a far funzionare il tribunale, nel grande edificio di via Tommaseo progettato da Gino Valle. Anche il Consiglio di Stato, dopo il Tar del Lazio, ha dato torno a Palazzo Moroni che chiedeva 16 milioni di euro di spese spalmati sui prossimi trent’anni. Ma la “rimodulazione” del contributo già fissato dallo Stato con un aumento per Padova vorrebbe dire togliere risorse a un altro comune. E i giudici amministrativi di Palazzo Spada hanno contestato ai legali di Palazzo Moroni di non aver notificato il procedimento almeno da uno degli altri comuni interessati.
Spese per il tribunale
La complessa vicenda riguarda le spese di manutenzione e mantenimento degli uffici giudiziari, anticipate dal Comune anche se spettano allo Stato. Il Ministero della Giustizia però, nella legge di bilancio del 2017, aveva previsto un fondo di restituzione di 300 milioni in 30 anni per tutti i comuni italiani che sono sede di un tribunale.
Troppo poco per l’amministrazione padovana. É stato proprio l’assessore all’avvocatura civica Diego Bonavina, nell’estate del 2017 a presentare ricorso al Tar del Lazio, vantando un credito di 16 milioni e 577 mila euro come spese per il funzionamento del tribunale.
Il Tar però ha dichiarato inammissibile il ricorso per la mancata notifica ad almeno un comune controinteressato.
No in consiglio di stato
Una sentenza chelunedì scorso è stata confermata anche dai giudici del Consiglio di Stato, il secondo e ultimo grado di giudizio della giustizia amministrativa. A pesare nella valutazione di Palazzo Spada è ancora l’errore procedurale già evidenziato dal Tar.
«È un vero peccato perché nel ricorso al Tar fatto per ottenere il rimborso delle spese ante 2016 avevamo ottenuto ragione», spiega l’assessore Bonavina. In pratica, in corso ci sono due procedimenti: quello per le spese prima del 2016 e il secondo per quelle successive. Quest’ultimo è stato negativo per il Comune di Padova.
I legali di Palazzo Moroni hanno provato a sostenere che non ci sarebbero stati comuni contro-interessati perché, in caso di accoglimento del ricorso, «dovrebbero essere fissati altri criteri, con una mera diversa suddivisione delle somme riconosciute ai comuni». Ma i giudici non hanno sentito ragioni.
«Si tratta di una mera questione procedurale, i giudici non hanno valutato le nostre ragioni nel merito – commenta ancora l’assessore Bonavina – Adesso valuteremo se è possibile trovare il meccanismo giuridico per riaprire il contenzioso». Altrimenti saranno i padovani ad accollarsi la maggior parte dei costi di un tribunale che serve anche gran parte della provincia. —
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