Crac Fondazione Breda scatta lo sfratto per Forte

PIAZZOLA SUL BRENTA. Si sono presentati alla loro porta persino con le gabbie in cui rinchiudere gatti e cani, per portarseli via e sgomberare la casa. La famiglia dell’imprenditore Bruno Forte ieri mattina ha ricevuto la visita dell’ufficiale giudiziario e dei carabinieri di Piazzola sul Brenta, che volevano rendere esecutivo lo sfratto. La casa è stata messa all’asta e venduta e loro devono andarsene. Ma si sono opposti e si opporranno anche nelle sedi legali, perché metà della casa è intestata all’imprenditore Bruno Forte, fallito nel 2008, ma l’altra metà è della moglie, Alessandra Pavan, totalmente estranea al fallimento delle imprese del marito. Il curatore fallimentare avrebbe però già messo all’asta la villa e venduta senza interpellarla. Così raccontano.
È una vicenda che li ha profondamente turbati: ieri mattina la donna è salita sul tetto di casa per evitare lo sfratto e poi si è sentita male. Come male si è sentita pure la più piccola dei tre figli della coppia, che ha 22 anni e che vive con loro: è stata trasportata in osservazione all’ospedale di Cittadella. All’arrivo delle ambulanze e viste le condizioni delle due donne, l’ufficiale giudiziario ha concesso una proroga fino al 7 febbraio. Bruno Forte è l’imprenditore, titolare della Forte sas dell’Impresa costruzioni Forte srl, coinvolte nel crac della Pia Fondazione Vincenzo Stefano Breda, l’ente assistenziale fondato nel 1905 per volontà del senatore limenese e che nel 2008 fu oggetto di un’ampia inchiesta giudiziaria, che vide coinvolti amministratori dell’ente e imprenditori, che avevano indebitato e impoverito la Fondazione, svuotandone le casse e mandandola sull’orlo del fallimento. Poco chiare risultarono alcune compravendite di terreni a Limena, Ponte di Brenta e Vigonza. Fallirono anche le due imprese di Forte e da qui la vendita all’asta della sua abitazione. Ma i Forte non ci stanno: la loro dichiarazione di fallimento avrebbe contorni che loro sono intenzionati a chiarire tramite i legali. Nel frattempo hanno l’urgenza della casa.
Ieri mattina, prima delle 10, nella villa a Tremignon di Piazzola, si sono presentati l’ufficiale giudiziario e i carabinieri. Bruno Forte in casa non c’era, perché al lavoro in un cantiere: nel frattempo, chiuso il contro con la giustizia, si è rimesso in piedi ed è tornato a lavorare. A casa erano rimaste pertanto la moglie e la figlia minore, insieme a una quindicina di gatti e cani. Sapevano che sarebbero stati sfrattati, non immaginavano che lo sarebbero stati ieri mattina. Hanno perlomeno ottenuto una proroga di dieci giorni.
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