Crac Spatalino, la pena è ridotta

L’ex promotore aveva fatto sparire 5 milioni di euro dei clienti

A due anni dalla sentenza di primo grado pronunciata dal tribunale di Padova che lo aveva condannato a 6 anni, due mesi e nove giorni di carcere, è arrivata la pronuncia della Corte d’appello di Venezia. Pronuncia che, in secondo grado, ha ridotto la condanna a 4 anni e 4 mesi a carico di Ciro Spatalino, 60 anni, napoletano d'origine con residenza a Cadoneghe, accusato di truffa aggravata (per aver cagionato un danno di rilevante gravità ai clienti-investitori che avevano perso tutto e per abuso di relazioni di prestazione d'opera), e poi di falso, esercizio abusivo di raccolta del risparmio e violazione dell'obbligo di rendicontazione. A difendere Spatalino, il penalista Pietro Someda che, nella sua arringa, aveva rilevato come alcuni reati contestati fossero ormai estinti per intervenuta prescrizione (è passato troppo tempo e l’azione penale non può più essere esercitata). Il buco creato dal promotore aveva sfiorato i 5 milioni di euro, coinvolgendo ben 74 clienti, tutti piccoli o medi risparmiatori. Tra il 2003 e il 2008 Spatalino aveva movimentato i 5 milioni di euro, in gran parte spariti, accumulando un passivo non giustificato dalla contabilità della sua impresa individuale. Dal 1995 al 2001 aveva lavorato per Sviluppo Investimenti Sim, dal 2001 al 2003 per Banca 121 "My Way", dal 2003 al 2005 per Mps Banca Personale "4 You", dal 13 settembre 2005 aveva operato con la sua ditta fallita il 6 agosto 2008. Proprio in quei giorni estivi si era autodenunciato con una lettera aperta ma anche presentandosi spontaneamente nella caserma della Guardia di Finanza accompagnato dall’avvocato Someda. Ed evitando, così, l’arresto. (cri.gen.)

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