Cuamm a Beira in Mozambico contro la mortalità neonatale
Medici con l’Africa Cuamm in Mozambico per rafforzare il sistema sanitario della città di Beira. Parte a inizio maggio un progetto della durata di tre anni in una delle aree con gli indicatori sanitari peggiori di tutta l’Africa. Qui la mortalità materna e neonatale si attesta al 30 per cento: su 1500 ricoveri all’anno, sono 500 i decessi. La nuova sfida, finanziata dalla Fondazione Cariparo, è in collaborazione con l’Università e l’Azienda ospedaliera di Padova. Sarà garantito l’insegnamento universitario agli studenti del posto e la formazione continua del personale sanitario, in particolare nell’area della salute materna e neonatale. «Accompagneremo medici e infermieri in un cammino di rinnovamento. Non ci sostituiremo a loro, ma gli indicheremo la strada così da non essere più necessari un domani» dichiara Paolo Lanzoni, pediatra di Medici con l’Africa Cuamm in servizio a Beira. Attraverso la didattica e la ricerca nella facoltà di Scienze della salute della Ucm e nell’Ospedale di Beira, saranno realizzate anche ricerche operative sul campo in ambito infettivologico e materno-neonatale in collaborazione con medici esperti e ricercatori dell’Università e dell’Azienda Ospedaliera di Padova. L’intervento che inizierà il mese prossimo, si inserisce in un progetto di educazione e consapevolezza iniziato qualche tempo fa e i risultati si toccano già con mano: l’ultimo report trimestrale dell’ospedale africano mostra un calo del 50% delle morti dei neonati. Federica Bertuola, specializzanda in Pediatria dell’Università di Padova rientrata a febbraio da Beira racconta: «Ricordo ancora il primo giorno di attività, quando ho trovato undici cartelle cliniche sopra la scrivania e mi sono resa conto che erano di neonati morti nel weekend. Tutte le possibilità diagnostiche e di cura che abbiamo a Padova, lì non ci sono». Il giovane medico ha svolto un anno di specializzazione in Africa grazie al programma Jpo, un protocollo d’intesa tra Medici con l’Africa Cuamm e alcune delle principali scuole di specialità italiane, tra cui quelle dell’Università di Padova. In nove anni hanno partecipato 17 medici specializzandi padovani. Dai dati nazionali risulta che in Mozambico vi sono circa 3 medici, 12 ostetriche e 21 infermieri ogni 100 mila abitanti, una proporzione insufficiente a garantire standard adeguati, soprattutto nell’assistenza ostetrica e neonatale. La spesa media pro-capite nel settore della salute per un italiano è stimata a 2800 dollari, per un africano si aggira sui 13 dollari.
Elisa Fais
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