Cuamm, curati tre milioni di pazienti: «Migranti: sì all’iscrizione anagrafica»

Il report 2018 di Medici con l’Africa. Don Dante: «Buonsenso registrarli, le polemiche di casa nostra sono inconsistenti» 

PADOVA. C’è chi dell’aiutarli a casa loro fa una bandiera ideologica da sventolare prima durante e dopo gli appuntamenti elettorali, e c’è invece chi a casa loro ci va. Li aiuta e fa la differenza. Medici con l’Africa Cuamm lo fa e lo racconta. Ne rende conto, come sottolinea il direttore don Dante Carraro, con un report di 80 pagine che fotografa tutta l’attività svolta nel 2018 negli otto paesi africani in cui opera: dal 2018 si è aggiunta a Sud Sudan, Angola, Uganda, Mozambico, Etiopia, Sierra Leone e Tanzania anche la Repubblica Centrafricana. Quasi 36 milioni di euro il dato economico che si traduce - a casa loro - in migliaia di donne assistite nel parto, migliaia di bambini curati e strappati alla malnutrizione, migliaia di persone salvate da virus, infezioni e malattie. Tre milioni di vite aiutate. Tanto è stato fatto e tanto c’è da fare. E sulle polemiche di “casa nostra” intorno all’opportunità o meno di iscrivere un richiedente asilo all’anagrafe comunale come ha fatto il sindaco di Padova Sergio Giordani, don Dante non ha dubbi: «È solo buonsenso. È ovvio, per un più efficace controllo, che è meglio sapere chi c’è nelle nostre città e dove sta».

l’attività

Il report è stato presentato da don Dante Carraro insieme a Fabio Manenti, responsabile del settore Progetti del Cuamm, Marina Panarese responsabile dei progetti nella Repubblica Centrafricana, e Chiara Scanagatta, referente per il Sud Sudan. Circa 3 milioni le persone assistite negli otto paesi in cui il Cuamm è attivo con 23 ospedali, oltre mille strutture sanitarie e quasi tremila operatori. Nel corso del 2018 sono state assistite nel parto oltre 190 mila donne, oltre 9.500 i trasporti per emergenze ostetriche. Solo in Sierra Leone, per dare un’idea della mole di impegno, sono state quasi 7 mila le complicanze maggiori legate al parto trattate. Sul fronte della salute infantile, sono stati 13.660 i bambini trattati per malnutrizione acuta, dovuta a rapida perdita di peso per mancanza di cibo. Un intervento ritenuto fondamentale per evitare la compromissione dello sviluppo delle capacità cognitive, oltre che fisiche. Molto importante, poi, il capitolo dedicato alle malattie infettive: i pazienti in terapia antiretrovirale sono oltre 15 mila. Particolare attenzione è prestata alla diffusione dell’Aids: nella sola Tanzania sono in terapia 3.492 persone. L’obiettivo, grazie agli screening sistematici, è di arrivare a coprire tutti i sieropositivi. Sono 1.619 i pazienti trattati per cardiopatie croniche, 184 per ictus cerebrale e 8.794 le donne sottoposte a screening per il tumore alla cervice, di cui 421 positive trattate con crioterapia.

formazione

È un binario a doppio senso quello della formazione che il Cuamm fa in Africa. Perché da una parte forma personale del posto, con una università, a Beira in Mozambico, e tre scuole per infermieri e ostetriche: sono oltre 11 mila gli operatori formati finora. Ma il valore altamente formativo dell’impegno del Cuamm in Africa viene riconosciuto anche dalle Scuole di Medicina italiane, tanto che ogni anno sono 177 i medici specializzandi che, conservando la loro borsa di studio, partecipano a missioni di volontariato con il Cuamm. Un bagaglio di esperienza che vale più di tante lezioni.

due focus

Nel luglio 2018 è iniziato il lavoro del Cuamm nella Repubblica Centrafricana 4,5 milioni di abitanti su una superficie che è il doppio dell’Italia - su richiesta dell’ospedale Bambino Gesù di Roma, per sostenere l’unico complesso pediatrico nel paese, nella capitale Bangui. In sei mesi sono state effettuate 70 mila visite, 16 mila ricoveri e 2.500 interventi chirurgici. Nel Sud Sudan, dove quella iniziata nel 2013 viene definita la più grande crisi di rifugiati del continente africano, ci sono 4 milioni di sfollati, significa che un abitante su tre ha abbandonato la propria casa. Un milione i rifugiati in Uganda dove il Cuamm gestisce 257 strutture e 420 mila in Etiopia dove sono stati creati un blocco operatorio e 4 posti di primo intervento.

con l’africa

In Africa ci sono 5 milioni di persone che migrano e solo 200 mila di queste fuori dal continente e verso l’Europa. «È per questo che noi siamo lì» sottolinea don Dante, «perché lì sono i problemi. Trovo inconsistente la polemica sull’iscrizione all’anagrafe di un richiedente asilo: la stessa Africa sta facendo enormi sforzi per registrare i migranti, perché è ovvio che sapere chi sono e dove sono è uno strumento di controllo, anche per sottrarli alle organizzazioni criminali. Lo stesso vale per un Comune qui con l’iscrizione anagrafica».
 

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