«Cultura sterminata e una vita ritirata senza mail e cellulare»

Del loro modo di vivere un po’ all’antica ne avevano fatto quasi un vezzo.

Gianfranco Granello, 77 anni, il più vecchio dei due fratelli, si era laureato con 110 e lode in Storia con una tesi sulla comunità del Vallesino, di cui la sua famiglia era originaria, poi in età più avanzata, sempre con il massimo dei voti, aveva ottenuto anche la laurea in Filosofia. Era un vero umanista, amante della storia e della paleografia, teneva convegni e conferenze all’università, faceva parte dell’Accademia Galileiana e dell’Istituto di Storia Sacra di Santa Giustina, ma della tecnologia non ne voleva sapere. «Non aveva né un cellulare, né un indirizzo e-mail», racconta Alberto Scarpis, direttore del collegio universitario Gregorianum, che ben conosceva Gianfranco, suo predecessore nella dirigenza del collegio, che ha gestito per ben 28 anni fino al 2005. «Quando dovevamo chiamarlo nel weekend dovevamo utilizzare il numero fisso della casa della mamma a Merano. E dovevamo chiamare sempre a mezzogiorno».

Giorgio Granello, 71 anni, di carattere un po’meno schivo del fratello ma comunque riservato, era invece un uomo di scienza. Amava l’ingegneria, le automobili, e anche lui come Gianfranco aveva una cultura sterminata. «Gianfranco era una persona che sapeva tutto. Ricordo che quando facevamo i colloqui agli studenti che venivano dai luoghi più sperduti d’Italia lui conosceva ogni piccolo paese e di quel paese la storia, i personaggi e gli avvenimenti più importanti», ricorda ancora Alberto Scarpis. «Era diventato insegnante da giovanissimo. Prima a Merano, poi in una scuola media di Padova, e poi era diventato preside al Nievo, al Fermi e infine al Tito Livio» .

L’ultima volta che il direttore del collegio Gregorianum ha visto Gianfranco Granello è stato tre anni fa. «Era il settembre del 2016, l’avevamo chiamato per dei colloqui agli studenti. L’avevo visto un po’ meno brillante del solito ma pensavo fosse una cosa dovuta all’età. Nessuno di noi sapeva che era malato». Dal 2017, una volta mancata la mamma, il 77enne era diventato introvabile. «Abbiamo provato tante volte a chiamarlo senza ottenere mai risposta. Non pensavamo neppure vivesse a Padova, tanto che recentemente avevamo organizzato di andare a Merano e metterci nelle sue tracce».

I due fratelli per molti anni hanno vissuto insieme in riviera Paleocapa durante la settimana, mentre il weekend prendevano l’automobile e andavano a Merano, a trovare la mamma. «Giorgio aveva una vecchia Citroen Xantia rossa targata Trento con cui andava su e giù da Marano», ricorda Luciano Corrà, da 26 anni titolare del negozio di modellismo di riviera Paleocapa, proprio sotto casa dei fratelli Granello. «Era una persona piacevolissima. L’avevo visto la settimana scorsa. Sono rimasto davvero molto male». Giorgio, ex docente dell’istituto Belzoni, aveva stretto amicizia con il commerciante da quando qualche anno fa era entrato in bottega chiedendo un particolare modello di auto. «Voleva il modellino della Fiat 500 Topolino Giardiniera. Entrava e mi chiedeva sempre quello. Inizialmente ero anche un po’ diffidente nei suoi confronti, ma poi dopo averlo conosciuto mi sono ricreduto del tutto. Aveva una cultura incredibile e parlare con lui era davvero un grande piacere». —

Alice Ferretti

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