Cure palliative, l’ospedale dove i bimbi si sentono a casa

PADOVA. La Casa del bambino accoglie i piccoli pazienti che sono colpiti da gravi malattie irreversibili, per cercare di sollevare i bambini dal dolore e accompagnare le famiglie in un percorso di consapevolezza e condivisione. L’hospice si trova appena fuori dalle mura dell’Azienda ospedaliera ed è stato riconosciuto come Centro regionale di riferimento per le cure palliative pediatriche. Si tratta di un reparto più simile ad una casa che ad un ospedale, dove i bambini vengono ricoverati per eseguire accertamenti clinici, o prima di rientrare a casa dopo un ricovero o in momenti particolari della malattia. E “casa” è proprio la parola chiave per prendersi cura e curare, anche quando non si può guarire. Dal 1986 l’équipe diretta da Franca Benini lavora per offrire, accanto ad un elevato standard di trattamenti, un modo nuovo di fare assistenza: a misura di bambino, nel rispetto della dignità e della unicità della persona malata. In vent’anni più di 60 mila bambini sono passati da questi ambulatori. «La soddisfazione più grande è vedere i bambini tornare qui, senza paura. Ci vuole esperienza per cancellare dalla mente di un bimbo un ricordo negativo, o fargli dimenticare la sensazione del dolore», ha detto la dottoressa Benini, «Il nostro team è composto a turno da 4 medici, 4 infermieri e 2 psicologi condivisi con l’hospice pediatrico. In ambulatorio è sempre presente un medico strutturato e uno specializzando in formazione». Ogni giorno l’équipe, composta da medici, infermieri e psicologi, ha anche in carico più di 100 bambini che vivono la loro malattia inguaribile a casa, sparsi su tutto il territorio Veneto. Piccoli pazienti che vengono assistiti e supportati, congiuntamente ai servizi locali sanitari, sociali e scolastici, nei loro bisogni clinici, sociali, psicologici, etici e spirituali. L’associazione “L’isola che c’è”, nata dalla volontà di alcuni genitori, sostiene le attività dell’hospice padovano.
Elisa Fais
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