Da Colorado al Corso Pucci: «Solo ridendo riusciremo a vincere»

MESTRE. L’orgoglio della comicità nazionalpopolare per affermare che, in fin dei conti, “C’è sempre e solo da ridere”. Si intitola così lo spettacolo di Andrea Baccan, in arte Pucci, che terrà a battesimo la nuova stagione del Teatro Corso di Mestre. Il suo elogio alla leggerezza, in programma venerdì alle 21.15, vale anche come manifesto, dichiarazione d’intenti: per rivendicare il diritto a farsi, quando è il momento, una sana risata.
L’intervista che il comico milanese concede a pochi giorni dai fatti di Parigi però non può che partire proprio dallo scarto, enorme, tra i drammi che ci circondano e il bisogno, spontaneo, naturale, umano, di lasciarli per un po’ fuori dalla porta.
Quindi, signor Baccan, siamo sicuri che c’è solo da ridere? C’è ancora spazio per la risata in questi periodi?
«Dobbiamo trovarlo altrimenti vincono loro, io vado avanti col mio lavoro, non è facile neanche per me. Però nel momento in cui la gente viene a teatro sa che vuole passare due ore di spensieratezza e io sono obbligato a dare loro in cambio proprio questo. Dentro di me c’è la stessa amarezza che hanno tutti, ma sono obbligato, nel mio lavoro e nella mia vita, ad andare avanti».
Perché evita la satira politica?
«Fanno già loro ridere abbastanza e io non sono all’altezza di fare altrettanto. In più prenderei in giro delle persone che già si prendono in giro da sole».
Quanto si sente milanese Pucci? E quanto la tradizione della stand-up comedy meneghina è legata al bisogno di ridere dei suoi concittadini?
«Milano è una città meravigliosa, è la mia capitale, la mia nazione, il mio paese e la mia città. In tutte queste cose mi rivedo e ci vivo, non l’abbandonerai mai. Il popolo milanese ha bisogno di ridere come tutti gli altri, non è che siamo tristi, anzi, siamo frenetici e nella nostra frenesia c’è anche spazio per la risata».
Considerato che affronta spesso l’argomento, le chiedo un consiglio: meglio sposarsi, convivere o lasciar perdere?
«La solitudine è una brutta cosa ma tante volte aiuta, ad essere sereni (segue risata sotto i baffi ndr)».
Cosa ispira i suoi monologhi?
«La vita quotidiana, quello che accade a ognuno di noi. Nell’arco del mio spettacolo ognunuo ha la possibiltà di trovare uno spicchio della propria vita e rivedersi. Racconto ciò che capita a tutti. Mi ritengo un comico nazionalpopolare e mi va bene questa etichetta».
Come ha iniziato la sua carriera?
«Nel 1993, ho vinto “La sai l'ultima” e ho capito che iniziavo a fare ciò che mi piace di più nella vita: regalare emozioni, simpatia ed energia positiva alla gente».
Cos’è che la fa più ridere?
«Il Milan. Sono tatuato nerazzurro, nell’ordine dei valori della mia famiglia ci sono mia figlia, mia mamma e, appena sotto l’Inter».
E poi?
«C’è chi mi riconosce per strada e mi chiama “Ciucci”, alcuni “Fiuggi”, altri “Bertolino”. Alcuni mi dicono: “Ti ho visto a Zelig”. Ebbene io a Zelig non ci sono mai stato, da 11 anni faccio Colorado Café. Tanto mi basta per svegliarmi la mattina e riderci su».
Biglietti 23-34,5 euro. Informazioni: 041.5369810, dalvivoeventi.it.
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