Dal cielo al vento soffio divino è l’aria il tema di «Colori del sacro»
Si apre il 20 gennaio al Museo Diocesano la quarta rassegna internazionale di illustrazione “I Colori del Sacro”. E’ dedicata all’aria, una delle quattro sostanze, ingenerate e indistruttibili, che Empedocle nomina “radici di tutte le cose”. Nel 2006 l’elemento ispiratore delle illustrazioni esposte in mostra era stato l’Acqua, nel 2008 il Fuoco e la luce, nel 2010 la Terra. Il taglio è antropologico e questa spirale di colori che gira intorno a personaggi, miti, uomini e dei, animali e piante, si muove entro un orizzonte interculturale che tocca tradizioni lontane, anche se il filo rosso che lega l’insieme è il problema della trascendenza, del destino finale, del naturale e del sovrannaturale. L’elemento culturale viene così sacralizzato, ma, certo, senza assumere caratteri confessionali, ha piuttosto un respiro ecumenico.
«Abbiamo voluto – ha detto il Direttore del Museo Diocesano, Andrea Nante – raccontare con i colori cos’è la voce del vento, il ritmo del respiro, la chiamata dello Spirito e, nella sua valenza più simbolica, la forza dell’ispirazione, la dolcezza della musica, la potenza della parola, del Verbo, nel tentativo di portare alla luce attraverso l’arte quel sacro che accomuna anche chi non crede. La selezione, basata sulla qualità dell’opera e non certo sul credo dell’autore, su 300 opere ne ha accettate un centinaio, 90 artisti dei cinque continenti, cristiani, musulmani, ebrei, seguaci dei culti orientali, firme famose e celebrate nel mondo dell’illustrazione, come quella dell’australiano con ascendenze nel Far East, Shaun Tan, Oscar 2011 dell’illustrazione, ma anche nuove, freschissime voci»”.
Senz’aria il mondo è muto, non ci sono suoni né parole. L’aria fa stormire le foglie, fa parlare il bosco, può essere dolce come una brezza che sfiora la pelle, può far crepitare le fiamme, sollevare le onde, può ruggire come un leone, ululare come un lupo quando diventa vento furioso. E I venti?Gli illustratori raccontano l’aria in infiniti modi, riferendosi alle più diverse culture e tradizioni. L’aria, pneuma, soffio vitale, si trova collegata alla Bibbia, al Corano ad altri testi sacri di credi diversi. Il soffio è trascendenza divina, è ruah, spirito della vita, è prana, è nafas, respiro di Allah. Ci sono incredibili connessioni tra credi. “Padre nostro che sei nei cieli”, recita la nostra preghiera più popolare e più sacra; gli Ewe, tribù africana, pregano così: “Dove è il Cielo, ivi è anche Dio”. Nelle precedenti edizioni la rassegna è uscita dalla collaborazione tra Museo diocesano e Messaggero di Sant’Antonio.
«La audience più fitta - dice Nante – è venuta dalle visite scolastiche, ma c’è stato un forte afflusso anche dalle parrocchie. Ci siamo resi conto che i bambini guidati dagli insegnanti, sono tornati la domenica successiva con i genitori e sono stati i piccoli a far da guida alla famiglia, a spiegare simboli, significati, a trasmettere impressioni ed emozioni». L’impatto della mostra è stato rafforzato da spettacoli, recite, tavole rotonde, giochi“I Colori del Sacro” restano in cartello a Palazzo dei Vescovi fino al 3 giugno.
Aldo Comello
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