Daniele il frate dei miracoli Via alla causa di beatificazione

MORSEGO - FOTOPIRAN - SACCOLONGO - BEATIFICAZIONE PADRE DANIELE HECHICH il parroco don paolo marzellan
MORSEGO - FOTOPIRAN - SACCOLONGO - BEATIFICAZIONE PADRE DANIELE HECHICH il parroco don paolo marzellan

SACCOLONGO

Nel ricordo delle sue immense sofferenze in terra, si è aperta la causa di beatificazione e canonizzazione di Padre Daniele Hechich, il “frate dei miracoli” scomparso nella Casa Sacro Cuore di Saccolongo 11 anni fa. Grande commozione ieri nella chiesa parrocchiale di Saccolongo per l’avvio ufficiale della causa di beatificazione di padre Daniele, noto per le sue virtù di confessore e per la sua vita di sofferenza a causa di una malattia debilitante (la sclerosi multipla): a lui sono attribuite molte grazie, se non miracoli. Ora è destinato a diventare beato: ieri il vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla, ha avviato la procedura che porterà la commissione scelta ad ascoltare le testimonianze di miracoli avvenuti grazie all’intercessione del “frate dei miracoli”. Ieri il cancelliere vescovile, monsignor Tiziano Vanzetto, ha dato lettura del Decreto di accettazione del Libello di domanda e della nomina degli “officiali dell’inchiesta” che saranno chiamati a seguire le varie sessioni della causa e a sentire i testimoni.

Al termine si è tenuto il giuramento del vescovo, degli officiali e del postulatore. Una cerimonia ufficiale, con tanto di timbratura di incartamenti ufficiali e appunto di giuramenti. Il popolo di padre Daniele, quasi in lacrime, ad ascoltare e osservare con una gioia unica l’avvio della pratica che potrebbe portare il frate francescano a diventare beato. Gli applausi hanno accompagnato il ringraziamento finale del ministro provinciale dei frati minori francescani, frate Enzo Maggioni. La cerimonia si era aperta con il saluto del parroco, don Paolo Marzellan. Toccante il discorso del vescovo di Padova, monsignor Claudio Cipolla: «Il signore ha saputo valorizzare anche il dolore e la sofferenza di padre Daniele... Di lui abbiamo saputo cogliere la capacità di portare dentro di sé la misericordia di Dio e la sofferenza. È stato testimone di amore, disponibilità e ha fatto del bene a tutti». Anche il postulatore della causa, Claudio Bratti, ha puntato l’attenzione sulle sofferenze del “frate dei miracoli”: «Padre Daniele quando si è accorto di avere la malattia ha sempre detto di no alla preghiera per la sua guarigione», ha svelato, «Ha sempre voluto offrire la sua sofferenza per il bene della chiesa e la santificazione del clero. Ecco, padre Daniele è quello che, non potendo sottoporsi ad anestesia quando è andato in ospedale per l’estrazione di alcuni denti, non ha detto una parola sopportando la sofferenza». —

Federico Franchin

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