Deborah Iurato: «Così è nata la nostra magia stupenda»

PADOVA. Accenna qualche strofa di “Via da qui” che con Giovanni Caccamo le è valsa il terzo posto a Sanremo - «dedicato a Maria De Filippi, devo tutto a lei» -, parla della vacanza fatta a Padova...
PUCCI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - VIDEOFORUM, DEBORA IURATO, TERZA A SANREMO
PUCCI - AGENZIA BIANCHI - PADOVA - VIDEOFORUM, DEBORA IURATO, TERZA A SANREMO

PADOVA. Accenna qualche strofa di “Via da qui” che con Giovanni Caccamo le è valsa il terzo posto a Sanremo - «dedicato a Maria De Filippi, devo tutto a lei» -, parla della vacanza fatta a Padova qualche anno fa con i genitori - «città meravigliosa, ricca di monumenti» - e del tour che l’attende questa estate. Così Deborah Iurato, ospite in redazione tra un impegno e l’altro dell’instore tour, che ieri l’ha portata nei Mondadori Bookstore di Padova e Marghera per presentare il suo nuovo album e incontrare i fan: «Ho voluto dedicare il nuovo disco “Sono ancora io” a tutti coloro che mi hanno sostenuta e che continuano a farlo» racconta, perché dopo il successo ad Amici, un paio di anni fa «ti trovi a confrontarti con un incredibile successo mediatico. Tutti ti vogliono bene, ti stimano e può capitare che perdi i tuoi principi, il tuo carattere» dice, assicurando tuttavia di essere riuscita a tenere dritta la barra «sono una persona molto semplice, diretta, mi piace parlare e ridere. Non prendo le critiche in maniera negativa, anzi mi aiutano perché mi spronano». Impossibile non ricordare quelle del Festival: «Hanno criticato il mio vestito la prima sera ma non l’ho presa male, la volta successiva ho indossato qualcosa che corrispondeva più al mio look» aggiunge come nulla fosse. Quindi racconta com’è nata la collaborazione con Giovanni Caccamo, con cui condivide non solo la città di origine, ma anche il produttore, Placido Salamone: «Caccamo stava lavorando al suo album e io ero un po’ come il prezzemolo, sempre lì con lui - ricorda - una sera stava suonando “Via da qui” al piano e mi sono messa a cantare ed è nata una magia stupenda tra noi due. Allora ci siamo chiesti perché non partecipare al Festival insieme. Solo dopo ho scoperto che la canzone era stata scritta da Sangiorgi, artista incredibile, e mi sono domandata se sarei riuscita a interpretarla al meglio, emozionando il pubblico. Alla fine mi sono buttata e sono riuscita a provare quello che volevo».

Racconta di sé Deborah, del tatuaggio sul dito - la scritta “live and let live” -, della settimana trascorsa «sui trampoli» per mitigare il «dislivello pazzesco» nell’altezza con Caccamo «che metteva in difficoltà i fotografi».

Felice dei risultati fin qui ottenuti - «non so quanto durerà, un giorno come una vita, ma intendo vivermi le emozioni senza preoccuparmi troppo del futuro» - si prepara a un tour estivo le cui date sono ancora in via di definizione, orgogliosa dell’album in cui interpreta un paio di cover - compreso Dalla - ma soprattutto brani scritti apposta per lei da grandi firme come la Mannoia e da amici: «Questo album è un po’ come un figlio, ci sono inediti che sembravano scritti da me perché le persone sapevano esattamente cosa volevo esprimere».

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