«Denis è stato abbagliato dal sole»

MERLARA. Denis Salvadori è tornato a casa ed è agli arresti domiciliari. Il camionista di Badia Polesine che l'altro ieri ha falciato e ucciso due lavoratori lungo l'A5 ad Ivrea è ora agli arresti domiciliari, nel proprio paese di residenza. Il fermo del trasportatore, 38 anni, dipendente della ditta Fratelli Cabianca di Merlara, è quindi durato meno di ventiquattro ore.
L'incidente. Sono le 11.30 di giovedì quando Salvadori, alla guida di un tir, sta percorrendo l'autostrada Torino-Aosta. Arrivato all'altezza dell'uscita di Ivrea, il camion del rodigino “impazzisce” e colpisce in pieno quattro operai e un ingegnere della società Ativa, che gestisce il tratto autostradale Quincinetto-Torino. I cinque stanno effettuando delle operazioni di carotaggio. Due di questi perdono immediatamente la vita: Salvatore Parco, 37 anni, e Alfredo Cionfoli, 42. E' invece ancora in condizioni serie, ricoverato in ospedale, Michele Lettieri di 48 anni.
L’arresto. Salvadori stava tornando da Aosta ed era diretto a Carisio (Vercelli). E' stato arrestato dalla Polstrada e portato in questura. L'accusa che gli muove il pm Mauro Ruggero Crupi è di omicidio colposo. «Ha già fatto ritorno a casa – conferma il merlarese Antonio Cabianca, titolare del camionista – e oggi (ieri, ndr) l’ho sentito al telefono. Era molto agitato, come è normale che sia. D’altro canto si sono spezzate due vite. Purtroppo questo è uno dei rischi più tragici che il nostro lavoro comporta». «Preferiamo non intervenire sulla questione – rispondono invece dall’abitazione di Maurizio Salvadori, padre di Denis – Come è comprensibile, in questo momento abbiamo solo bisogno di silenzio e tranquillità, per vivere intimamente questa tragedia».
Le cause dell’incidente. Esperto, attento e in condizione fisica ottimale (i primi esami hanno escluso la presenza di alcol nel sangue, ma occorrono le conferme dalle analisi più dettagliate). Quale è stata dunque la causa che ha portato Salvadori a diventare protagonista del terribile caos in A5? «Ho parlato con lui e non sa capacitarsi di quanto accaduto – continua Cabianca, riferendo di un colloquio col proprio dipendente – Le forze dell’ordine che l’hanno interrogato parlano di un malore o di un colpo di sonno, ma Denis non ha memoria di quanto accaduto. Quando sono arrivato ad Ivrea, la giornata era molto assolata: la colpa può essere attribuita anche ad un improvviso riflesso o ad un abbaglio. Saranno le autorità ad accertarlo».
L’autotrasportatore. Maggiore di tre figli, nato dal matrimonio fra Maurizio e Silvana Minella (i fratelli Omar e Johnny sono di 4 e 5 anni più giovani), Denis vive a Badia Polesine e lavora da due anni per i Fratelli Cabianca di Merlara, una delle aziende storiche della Sculdascia. In passato aveva mosso i primi passi per la ditta di movimento terra, scavi e demolizioni del padre.
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