Dimesso Baraldo: «Adesso faccio denuncia»
La zuffa in piazza è costata al fan del sindaco 2 giorni di ricovero: «Sono stato preso a pugni, ho testimoni»

MONTEGROTTO TERME. Ivano Baraldo è stato dimesso ieri, dopo due giorni di ricovero, dall’ospedale di Padova. Da parte del fan del sindaco di Montegrotto Riccardo Mortandello e dell’altro protagonista della zuffa andata in scena a Santo Stefano in piazza Primo Maggio, Fabrizio Gasparinetti, accostato al gruppo Impegno per Montegrotto, si attendono ora le denunce. «Ho già dei testimoni che mi hanno chiamato e che sono pronti a supportare la mia denuncia», spiega Baraldo, che nella zuffa ha riportato la lesione della cornea dell’occhio destro e uno scompenso cardiaco. «Sono stato brutalmente preso a pugni dopo che avevo dovuto allontanare Gasparinetti che mi stava col fiato sul collo. Le mie su Facebook sono sempre state delle provocazioni e non ho mai offeso nessuno». Prende le distanze da Gasparinetti intanto la civica Impegno per Montegrotto, rappresentata in consiglio da Dennj Besenzi e Biagio De Salvo, del Gruppo Misto. «Ancora una volta il nostro gruppo viene coinvolto e chiamato in causa dal sindaco, che ha trasformato un fatto privato in un attacco politico, insinuando la nostra complicità in un gesto deplorevole», fanno sapere. «Questa non è la nostra politica, eravamo venuti a conoscenza di quanto accaduto perché eravamo presenti. Abbiamo da subito condannato un atto così grave. Il sindaco dimostra ancora una volta di non saper gestire nemmeno una situazione così grave senza alimentare astio e accusare un gruppo politico estraneo alla vicenda. Questa non è la nostra politica, questo non è essere il sindaco di tutti». Omar Turlon, capogruppo di maggioranza, replica. «Attendiamo che le forze dell’ordine facciano chiarezza sull’accaduto», dice. «E’ disgustoso quanto accaduto martedì. Invito tutti ad abbassare i toni e a mantenere un profilo basso». Nella vicenda entra anche la civica Forza Montegrotto di Giampaolo Tibaldi e dei consiglieri del Gruppo Misto, Ilaria Vegro e Michele Tibaldi. «Il nostro invito a moderare i toni è stato disatteso», spiegano. «A volte le parole si rilevano molto più pesanti delle azioni e nessuno in questi mesi ci ha aiutato a ripristinare il clima di dialogo. Sui social si continuano ad usare attacchi personali senza che nessuno inviti alla calma, anzi si fomentano. Chi ha cariche politiche di rilievo deve assumersi delle responsabilità nei confronti dei cittadini e soprattutto nei confronti di chi rappresenta. Dobbiamo tornare al confronto disteso. Pensavamo che l’era del con me o contro di me fosse finita e invece no».
(f.fr.)
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