Diplomi comprati al sud prof e studenti si ribellano

Il caso del ragazzo che ha pagato per superare l’esame riapre un tema spinoso Don Contarini (Barbarigo): «Si faccia luce». Guella (Tito Livio): «Società malata»

Altro che singolo studente andato in una scuola compiacente della Campania per prendersi il diploma a pagamento. Come testimoniano decine di ragazzi, docenti, presidi delle scuole pubbliche e anche alcuni dirigenti degli istituti paritari padovani, la scelta di fare le valigie per andare al sud ad acquistare il diploma, è un’abitudine che, in città, dura da tantissimi anni.

«Mi sono diplomato al liceo Cornaro due anni fa», spiega Luca, mentre attende davanti al Tito Livio la sua ragazza. «Due miei amici sono stati bocciati e l’anno successivo si sono recati in un istituto napoletano per sostenere l’Esame di Stato. Non ricordo quanti soldi hanno speso, ma so solo che entrambi sono stati dichiarati maturi con un punteggio oltre 90, mentre io ho superato, tra mille sacrifici, appena l’80. Non è giusto». Anche l’ex docente del Tito Livio, Giuliano Pisani, oggi consigliere comunale, ricorda un caso analogo. «Un mio alunno, alcuni anni fa, fu bocciato e, subito, l’anno successivo, andò a sostenere l’Esame di Maturità in un istituto paritario della Campania, che, naturalmente, superò anche con voti brillanti». A proposito della netta differenza che esiste tra istituti paritari seri, dove vengono rispettate tutte le regole vigenti e scuole private pirata, dove non c’è la minima trasparenza, prendono la parola anche i direttori dell’Istituto Leopardi e del Liceo Barbarigo. «Sono 25 anni che lotto contro i diplomifici», dice Massimo Saretta, direttore del Leopardi. «Tengo a precisare che nella mia scuola i ragazzi sostengono l’Esame di Stato in scuole della città in istituti di fiducia. Non capisco perché, dopo tanti anni di pubbliche denunce, lo stano non riesce a estirpare questo maledetto cancro, che umilia chi studia onestamente e fa sacrifici». Duro anche il commento di Don Cesare Contarini. «Purtroppo questi istituti privati, che offrono i diplomi a pagamento, rovinano anche l’immagine di tutti gli istituti paritari. A questo punto è fondamentale che si faccia piena luce sui rapporti che esistono tra alcune scuole private del Veneto, e i cosiddetti “diplomifici” sparsi per la penisola».

Contro le scuole che non rispettano le regole si schierano anche il preside Simone Meggiolaro, presidente attualmente al Tito Livio e i docenti Carlo Salmaso (Severi) e Lorenzo Guella (Liceo Tito Livio). «Come mai il Ministero non ha mai preso una posizione radicale?», osserva Guella. Più ampio il commento del secondo professore. «Purtroppo questi sono i frutti di una società malata, dove tra i ricchi sono numerosi e pensano di potersi comprare tutto con i soldi».

Felice Paduano

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