Dirigente precipita e muore in montagna

VILLA DEL CONTE. Era partito da Villa del Conte a neanche vent'anni per lavorare alla Fiat, arrivando ad affermarsi nella vita pubblica torinese come sindacalista e assessore. Bruno Torresin è morto domenica mattina, cadendo da un precipizio in montagna. Aveva 69 anni e la sua vita era stata sconvolta alcuni anni fa dalla perdita di uno dei due figli, Andrea, sempre in una disgrazia sui sentieri delle vette che amava. Presidente di Trm, la società per il trattamento dei rifiuti metropolitani che gestisce l'inceneritore di Torino, domenica era impegnato in un'escursione in montagna.
Torresin era con alcuni amici per un'uscita di scialpinismo nel vallone del Carro, a quota 2100 metri nel comune di Ceresole Reale (To). È scivolato ed è caduto in un precipizio sopra un torrente. Il manager è morto durante le operazioni di recupero. L'elicottero del 118 è giunto subito sul luogo, ma «lo scialpinista versava in condizioni critiche a causa dell'ipotermia provocata dalla permanenza nell'acqua gelata», spiega una nota dei soccorritori: la loro azione è stata complicata dal forte vento.
Fin dagli anni Settanta Torresin aveva ricoperto numerosi incarichi, prima come segretario regionale Uil, poi dal 1997 al 2001 come assessore al lavoro del comune di Torino. Presidente del Consorzio zona nord lingotto e poi della Seta, nel novembre 2004 era diventato amministratore delegato di Trm e, in seguito, presidente della società che gestisce l'inceneritore. Il fratello maggiore, don Vittorio, ricorda le loro origini: «Nostra madre si chiamava Udilla Sandrin, il papà Angelo Torresin, abitavamo in via Marsara a Villa del Conte». Bruno è stato l'ultimo di sei fratelli, dopo don Vittorio, Palmira, Natalia, Dino e Fernando - scomparso a 40 anni per un tumore. «A neanche 20 anni ha deciso di trasferirsi a Torino per lavorare alla Fiat, poi è stato attivo nel sindacato e lo hanno pure chiamato a fare l'assessore. Con il suo impegno - sia professionale che civico - ha fatto onore al carattere e all'energia della gente veneta». Sposato, ha avuto due figli, Matteo e Andrea. «Andrea è morto a soli 19 anni in un incidente simile al padre», che era un grande amante della natura, degli spazi sconfinati. «Così, quando ha ricevuto l'incarico di gestire il termovalorizzatore, ha dovuto lottare con la sua coscienza e ha sempre fatto presenti, con forza, i suoi valori a tutela dell'ambiente», ricorda il fratello sacerdote.
Villa del Conte ora piange questo figlio illustre, «che aveva mantenuto forti legami con il paese natale, anche dopo la morte dei genitori: nella casa paterna amava tornare periodicamente, specie durante l'estate», ricordano alcuni cugini di Villa del Conte.
Forte il cordoglio del mondo politico torinese, a partire dal sindaco Piero Fassino: «Siamo tutti sgomenti e affranti per l'improvvisa scomparsa di Bruno Torresin. Persona che prima da dirigente sindacale e politico, poi da amministratore pubblico ha dedicato per anni le sue migliori energie e la sua passione civile al servizio di Torino. La città si stringe con affetto intorno alla famiglia, agli amici e ai tanti che lo hanno amato e stimato». Con Torresin aveva condiviso l'amore per la montagna anche il governatore Sergio Chiamparino: «Desidero esprimere il mio cordoglio e la mia vicinanza alla famiglia di Bruno Torresin, scomparso tragicamente fra le montagne che amava e che qualche volta abbiamo affrontato insieme in arrampicata. Per me soprattutto un amico, di cui voglio ricordare l'impegno a favore dei lavoratori, come dirigente sindacale, e della comunità torinese e piemontese, come amministratore pubblico e come protagonista del processo di realizzazione del termovalorizzatore di Torino».
La data delle esequie non è ancora stata fissata: il rito funebre sarà comunque celebrato a Torino.
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