Documenti falsi per lavorare alla Lidl Houseyon denunciato e ora perde il posto

la storia
Era riuscito a realizzare il sogno di un contratto a tempo indeterminato, con lo stipendio fisso, le tutele e la sicurezza di poter mandare ogni mese i soldi alla famiglia. Houseyon è un senegalese di 38 anni, lavorava al supermercato Lidl di via del Plebiscito, sistemava la merce negli scaffali. Lo faceva da tre anni ormai, ma ieri hanno scoperto che il nome con cui era stato assunto, in realtà, non era il suo. Era clandestino e ha usato il documento di un connazionale per risolvere il problema. La circostanza è stata segnalata ai carabinieri, che sono dovuti intervenire. E quindi ora Houseyon si ritrova senza lavoro, senza stipendio e anche senza un orizzonte.
«Io non volevo fare del male a nessuno, volevo solo fare le cose giuste, lavorare, mandare i soldi ai miei genitori e ai miei fratelli» dice, controllando la denuncia penale che gli hanno consegnato venerdì.
Entrato in Italia sei anni fa, non è mai riuscito a regolarizzare la sua posizione. Ma di un lavoro aveva bisogno, quindi ha pensato a una scorciatoia: farsi prestare il documento di un connazionale che invece risiede regolarmente in Italia. Fa il colloqui alla Lidl, lo assumono. E così Houseyon diventa uno dei punti di riferimento in questo discount nel quartiere multietnico della città. Il direttore lo adora, i colleghi pure.
«Io non sono venuto in Italia per fare la bella vita» racconta. «In Senegal sono andato anche all’università ma qua è tutta un’altra storia. A me interessa solo mandare i soldi a mia mamma e alle mie sorelle. Io mi tenevo solo il necessario per pagare l’affitto e comprarmi da mangiare».
Evidentemente qualcuno a conoscenza del suo segreto ha voluto fargliela pagare per qualche motivo. Ha avvicinato i carabinieri e ha raccontato loro la storia. Di fronte a una denuncia sono stati costretti a muoversi, con il controllo nel supermercato e la verifica dei documenti di Houseyon. Si è scoperto così che il documento usato per l’assunzione non corrisponde a quello della persona che da tre anni lavora tra gli scaffali. Scatta quindi la denuncia a piede libero per sostituzione di persona e falso materiale. Contestualmente parte anche la sospensione dal posto di lavoro, che è la cosa più grave in tutta questa storia, perché impatta in modo decisivo sulla vita del trentottenne senegalese. Da lavoratore garantito, torna nel girone infernale degli invisibili. «Chiedo scusa, ho sbagliato. Non volevo fare del male a nessuno. Credo in Dio, non posso che sperare in una soluzione».
Il direttore della Lidl di via del Plebiscito quasi non ci credeva quando i carabinieri della stazione di Padova Principale, insieme ai colleghi del Nas, gli spiegavano il motivo della loro visita. Ai militari ha decantato le qualità di Houseyon come collega di lavoro, impotente di fronte a un procedimento penale. —
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