Don Carlo: «Costruiamo la chiesa solo con le offerte dei fedeli»

La Curia non può finanziare il progetto di San Lorenzo ad Albignasego. Sostenuto dalla comunità, il parroco ottiene un anno e mezzo di tempo per raccogliere gli oltre due milioni necessari
Di Cristina Salvato
CENTRO PARROCCHIALE S.LORENZO la chiesa e a dx il patronato con sopra la camonica CARRAI CENTRO PARROCCHIALE S.LORENZO ALBIGNASEGO
CENTRO PARROCCHIALE S.LORENZO la chiesa e a dx il patronato con sopra la camonica CARRAI CENTRO PARROCCHIALE S.LORENZO ALBIGNASEGO

ALBIGNASEGO. Quando pareva che la nuova chiesa a San Lorenzo stesse ormai per arrivare, arriva invece la doccia fredda: dalla Curia niente soldi. Se don Carlo Daniele e i suoi parrocchiani vorranno procedere col progetto, dovranno pagarsela da soli. E di questi tempi non è certo facile. Appunto per verificare se la comunità è coesa e decisa a fare il passo, don Carlo ha promosso un referendum, che si è tenuto in chiesa tra sabato sera e domenica mattina. Alla fine i “sì” hanno prevalso: bisogna vedere se poi tireranno fuori i 2 milioni e mezzo di euro che è il costo preventivato per edificare la nuova chiesa.

«Durante le cinque celebrazioni», racconta don Carlo, «erano presenti 632 persone e 509 hanno votato per alzata di mano per il “sì”, 44 per il “no” e 89 si sono astenute. Mi pare che la comunità si sia espressa. Adesso vedremo se riusciremo a raccogliere il denaro, almeno una parte sufficientemente consistente da poter estinguere la maggior parte del debito».

Il vescovo ha dato notizia a don Carlo che soldi non ce ne sono e sul bollettino parrocchiale di due settimane fa ha invitato la comunità a esprimere il proprio voto. Nel frattempo ha convocato sia i consigli per la gestione economica uscente che quello appena eletto e idem per i consigli pastorali vecchio e nuovo. «Speriamo che monsignor Mattiazzo almeno si faccia garante per un fido con le banche», prosegue don Carlo. «Gli ho chiesto di darci un anno e mezzo di tempo per vedere quale cifra riusciremo a raccogliere. La generosità dei miei parrocchiani è provata: dalle offerte abbiamo un attivo di 180 mila euro e in questi ultimi anni abbiamo pagato praticamente tutti i 6 milioni di euro per la costruzione del patronato, degli spogliatori degli impianti sportivi e della scuola materna. Da sempre le chiese si fanno con le chiacchiere dei ricchi e i soldi dei poveri: la chiesa nuova non sarà una priorità, ma almeno andremo via da questo “capannone” che non è nemmeno consacrato e non avremo speso invano i 200 mila euro per acquistare il terreno dal Comune e quelli all’architetto che ha redatto il progetto, che attualmente si trova al vaglio della Cei, la Conferenza episcopale italiana». Comunque l’edificazione della nuova chiesa ha creato qualche malumore in chi preferirebbe attendere prima di imbarcarsi in questa spesa. La comunità, però, potrebbe rispondere bene all’appello di don Carlo e far saltar fuori i soldi necessari.

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