Donna di 50 anni muore in ospedale dopo l’anestesia per un intervento

MASSANZAGO. È spirata mentre, sotto anestesia, stava affrontando una biopsia allo Iov di Padova. Una morte imprevedibile, hanno spiegato i medici al marito. Elisabetta Pelosin aveva 50 anni, abitava a San Dono a lavorava Noale, alla Barin confezioni e stireria, nella zona industriale.
Lascia nel dolore il marito Daniele Olivi e i figli di 19 e 16 anni. La donna, dopo molte titubanze, aveva accettato di sottoporsi all’intervento esplorativo martedì scorso all’Istituto oncologico veneto di Padova. È stata sottoposta ad anestesia ma è spirata in sala operatoria, mentre i medici tentavano di tutto per rianimarla. Il marito è stato subito avvisato dai chirurghi, che gli hanno spiegato cos’era accaduto.

La salma della donna è stata sottoposta ad autopsia e l’altro ieri è stato rilasciato il nulla osta alla sepoltura. Le esequie verranno celebrate domani alle 15 nella chiesa di San Dono. «Mia moglie si è sottoposta all’esame per appurare se aveva patologie» dice Daniele Olivi «La sua morte è stata causata da un’embolia massiva. Tutte le procedure preoperatorie sono state eseguite correttamente, ma è subentrato un problema che nulla ha avuto a che fare con l’intervento a cui si era sottoposta. I medici sono stati bravissimi nello svolgere le loro mansioni, mi hanno spiegato cos’è successo e ho avuto una risposta a tutte le mie domande. Non posso che ringraziarli per quanto si sono adoperati per Elisabetta. Quello che è successo era assolutamente imprevedibile, sarebbe potuto accadere un giorno prima o un giorno dopo. L’autopsia l’ha confermato».
Quello di Elisabetta, commenta il marito, è stato un destino crudele «che dobbiamo accettare senza rimorsi e senza colpevolizzare nessuno».
A celebrare il funerale sarà don Ireneo, il parroco. «Sono vicino alla famiglia, al marito e ai figli» dice il sacerdote «Credo che purtroppo Elisabetta si fosse un po’ trascurata per la situazione in cui versava e sia arrivata troppo debilitata a quell’intervento. Faticava a curarsi bene e solo adesso erano riusciti a convincerla. Stavano facendo un accertamento e hanno spiegato che dovevano sedarla. Tutto era sotto controllo quando è partito un embolo: è capitato l’imprevedibile. So che i medici sono stati molto vicini a Daniele e gli hanno spiegato meglio che potevano la situazione che si è creata».Elisabetta Pelosin aveva una sorella gemella che viveva a Vicenza. «È mancata un anno fa, nel dicembre 2017, per una gravissima malattia» ricorda Daniele Olivi.
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