Donna incinta da Gorizia perde il neonato: è giallo

PADOVA. E' arrivata in via Giustiniani dopo un'odissea di oltre 170 chilometri, un viaggio dal Friuli a Padova che si è rivelato tanto tragico quanto inutile: quando ha varcato la soglia del pronto soccorso ostetrico dell'azienda ospedaliera non c'era più nulla da fare per il suo bimbo, che portava in grembo da oltre 33 settimane.
Una donna di Gorizia all'ottavo mese di gravidanza, la mattina dell'8 settembre, ha dato alla luce un feto morto. All'equipe di medici che l'ha accolta in Divisione ostetrica ha detto di aver affrontato un viaggio così lungo a bordo della propria auto perché a Gorizia, dopo un'ecografia ed il monitoraggio cardiaco sul feto, le era stato consigliato di rivolgersi al più presto alla struttura sanitaria in cui avrebbe partorito: poco importa se il centro scelto fosse a quasi duecento chilometri da casa. Dichiarazioni che hanno convinto i vertici di via Giustiniani a segnalare il caso alla Procura della Repubblica di Padova, che ha aperto un'inchiesta volta a gettar luce sul caso.
Quale ginecologo avrebbe mai consigliato ad una donna incinta di un bimbo (cui era già stata diagnosticata una malformazione cardiaca) di mettersi in auto dopo aver registrato un battito fetale basso? Solo la magistratura potrà dare una risposta chiara ai quesiti rivolti dall'ospedale di Padova, che contestualmente alla segnalazione in Procura ha avvisato i colleghi di Gorizia.
Per ora il caso è avvolto da un velo di mistero: la donna si è presentata con il marito in pronto soccorso ostetrico alle 22.20 del 7 settembre, sostenendo di essere arrivata a Padova dopo che nel pomeriggio si era sottoposta a Gorizia ad una valutazione ecografica e al monitoraggio cardiaco fetale. Quest'ultimo esame avrebbe convinto gli specialisti friulani a consigliare la donna di raggiungere al più presto Padova: il battito era troppo basso. Perchè la città del Santo? La donna si era già rivolta alla Cardiologia pediatrica per tentare di ovviare al più presto alla malformazione cardiaca congenita da cui era affetto il figlioletto. Lo staff della Cardiologia stessa aveva consigliato il parto a Padova.
Il racconto della donna, dall'ecografia alla raccomandazione di prendere l'auto e rivolgersi in via Giustiniani, è circostanziato, ma non suffragato da cartelle cliniche: motivo in più per voler far chiarezza. Ecco perché l'ospedale ha chiesto l'intervento della magistratura.
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