Donne in piazza domenica contro l'Italia del "bunga bunga"

Due cortei che si raggrupperanno in piazza dei Signori: un happening senza simboli di partito. Tra le promotrici la soprano padovana Mara Zampieri: "Troviamoci domenica in piazza, il Rubygate mi indigna"
La soprano Mara Zampieri; sotto a sinistra, Lorenza Carlassare A destra Franca Bimbi, sociologa della famiglia all’università
La soprano Mara Zampieri; sotto a sinistra, Lorenza Carlassare A destra Franca Bimbi, sociologa della famiglia all’università
PADOVA. Silvio Berlusconi cadrà sul «bunga-bunga Rubygate»? Mentre gli avvocati Ghedini e Longo sono impegnati a bloccare la richiesta di giudizio immediatato formulata dalla procura di Milano nei confronti del premier, domenica scendono in piazza le donne. E lanciano un appello alla rivolta morale, per difendere la dignità di chi lavora e non si mette in fila per le notti ad Arcore.


La mobilitazione nata con lo slogan «Se non ora quando» si rifà al significato più profondo del romanzo di Primo Levi: sapranno mai le donne diventare come i partigiani ebrei polacchi e russi che resero colpo su colpo a chi tentò di sterminarli?


Nel comitato figurano vere personalità del mondo della cultura e dello spettacolo: da Gae Aulenti a Licia Colò, dall'editrice Inge Feltrinelli alle attrici Margherita Buy, Laura Morante, Angela Finocchiaro, Lunetta Savino e Claudia Mori, senza per questo sminuire il ruolo di Susanna Camusso, leader della Cgil.


A Padova è scesa in campo anche la soprano Mara Zampieri che per restare fedele al suo ruolo dice con una battuta: «Non riesco a trovare nel vastissimo repertorio del melodramma una figura femminile che abbia un ruolo alla Ruby: c'è la Manon Lescaut di Puccini ma Des Grieux non era certo un potente capo di governo. Voglio premettere che sono indignata per il Rubygate anche se la ragazza è vittima di un sistema: lei ha voluto vendere il corpo e il cervello forse per riscattarsi dalla miseria ma le donne si debbono ribellare a questa condizione di schiavitù. Abbiamo diritti da rivendicare e il degrado della dignità che ha preso piede prima con la figura delle veline, poi con le escort ed ora con le ragazze del bunga-bunga non è degno di un Paese civile e democratico. Qui non si tratta di fare una crociata contro Berlusconi ma di ribadire con forza che le donne hanno testa e cervello per vivere onestamente del loro lavoro senza essere calpestate nella dignità» dice la Zampieri.


«Ci sono diritti inalienabili da tutelare e mi riferisco alle madri che fanno le operaie alla Fiat e lavorano di notte con i nuovi ritmi imposti da Marchionne. Per non parlare delle giovani ricercatrici universitarie precarie, costrette a vivere con mille euro al mese. Non ci sono solo le veline della tv e credo che sia gravissimo abusare della miseria di una donna per ottenere in cambio del sesso. La manifestazione di domenica vuole sollevare interrogativi sugli stili di vita e introdurre un codice etico per evitare che si faccia carriera con le scorciatoie, usando il corpo e la bellezza come unica arma. Senza sacrificio e vera dedizione non si arriva da nessuna parte e ci vuole il coraggio di dirlo alle ragazzine di 13-14 anni, che sognano di vivere già un'età adulta, si truccano e si vestono magari da ventenni. Io sono laica ma vorrei che in questa battaglia per la dignità delle donne oltraggiate dai potenti e dal presidente del Consiglio, i vescovi della Cei avessero più coraggio nel richiamo delle regole morali che non possono mai essere calpestate. Domenica vogliamo ribadire che noi donne a tutto aspiriamo, tranne che a fare la fila per il bunga-bunga nella villa di Arcore, una storia che sta coprendo di ridicolo l'Italia. Le cronache con gli sms di Sara Tommasi a Berlusconi aprono interrogativi sempre più inquietanti, ma non è vero che tutte si vendono e il sistema funziona così. C'è un'Italia fatta di mamme, nonne, ragazze che fanno il loro dovere con onestà e dignità».


Alla manifestazione ha aderito anche Lorenza Carlassare, costituzionalista dell'università di Padova che sabato scorso era al Palasharp di Milano a fianco di Roberto Saviano nel convegno organizzato da Giustizia e Libertà di Sandra Bonsanti.


«Siamo in una fase molto delicata della nostra storia democratica e dobbiamo trovare la forza di reagire, con coraggio. Io non me la prendo con questa ragazza che non sapendo come vivere vende il proprio corpo: la fame e la miseria spesso inducono a scelte disperate. Il vero problema riguarda l'utilizzatore finale, come ha giustamente ricordato l'avvocato Ghedini. Qui si tratta di riflettere sull'uso del corpo della donna e penso alla pubblicità: fino a ieri la Tim ci ha proposto Belen Rodriguez fidanzata di Corona che è stata sostituita da una signorina che si spoglia. Prima c'era De Sica che tentava di farci ridere, ora c'è solo una donna che si toglie i vestiti. Ruby è una vittima: dobbiamo fermare gli utilizzatori finali delle ragazze disperate».


Il programma dell'iniziativa.
«Se non ora quando?» è il titolo della giornata di mobilitazione nazionale delle donne che domenica prossima si terrà anche a Padova. Sottotitolo: «Tempo di esserci tutte e tutti, vogliamo un paese che rispetti le donne». L’appuntamento per la partenza è fissato in due punti strategici della città alle ore 14: a nord davanti alla stazione ferroviaria, a sud in Prato della Valle all’angolo con via Umberto Iº. Poi i due serpentoni umani - si prevede una massiccia partecipazione - percorreranno il centro storico per incontrarsi in piazza dei Signori intorno alle 15 e restare lì fino alle 18. «Chi vuol continuare a ridurre a vicende private il presente stato delle cose, lo faccia assumendosene la pesante responsabilità anche di fronte alla comunità internazionale - si legge nell’appello padovano - Noi chiediamo a tutte le donne di difendere il valore della loro, nostra dignità. E diciamo agli uomini: se non ora, quando?».

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