Doping nel ciclismo 4 anni all’ex ct serbo

Si chiude con la condanna a 4 mesi e 3 mila euro di multa a Aleksandar Nikacevic la maxi inchiesta del doping nel ciclismo condotta dal pubblico ministero Benedetto Roberti. La posizione dell’ex...

Si chiude con la condanna a 4 mesi e 3 mila euro di multa a Aleksandar Nikacevic la maxi inchiesta del doping nel ciclismo condotta dal pubblico ministero Benedetto Roberti. La posizione dell’ex commissario tecnico della nazionale serba di ciclismo elite-under 23, era stata stralciata di fronte alla richiesta di giudizio immediato che aveva riguardato gli altri imputati. La posizione di Nikacevic si era alleggerita parecchio rispetto alle contestazioni iniziali della procura. Alla fine è stato condannato solo per una cessione di farmaci non consentiti e assolto per le altre accuse che gli venivano mosse. L’inchiesta aveva riguardato 10 tra dirigenti e direttori sportivi di società ciclistiche nonché di ciclisti professionisti e amatoriali coinvolti nella compravendita di una miriade di sostanze dopanti, tra cui il Cera, l’eritropoietina di ultima generazione, il cui uso è vietato nell'ambiente sportivo, mentre la prescrizione è possibile solo da parte di un medico. A Nikacevic in precedenza era stata inflitta la sanzione dell’inibizione per 16 anni. Dalla procura era considerato il trait d’union fra professionisti, medici, direttori sportivi e dilettanti, importatore dai Balcani di «medicinali» tra cui il Mircera, l’eritropoietina di terza generazione. Una di quelle fiale vietate andò a Emanuele Sella, ma proprio queste cessioni non sono state dimostrate in aula. Nell’ambito della stessa inchiesta era stato inibito a vita il pesarese Donato Giuliani, diesse Hadimec. Altre inibizioni riguardarono Marco Ghiselli, 28 anni ex ciclista di Urbana, 8 anni, il ciclista laziale Francesco Rivera, 27 anni, 2 anni, il pescarese Daniele Ricci, 24 anni, pure lui 2 anni e il campione colombiano Julian Munoz, 27 anni, due anni. (c.b.)

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