Dormire a 20 euro a notte È boom di b&b abusivi

L’allarme di Federcontribuenti: in zona stazione accettano anche clandestini Ferderalberghi all’attacco: «Zero regole e controlli, chiunque può improvvisare»
Di Annalisa Celeghin

Dormire a Padova a soli 20 euro? Si può. L’incredibile tariffa, decisamente fuori mercato, viene applicata da alcuni bed and breakfast (b&b) situati in zona stazione ferroviaria: nel caso si arrivi in gruppi di almeno sei persone, il prezzo scende ulteriormente. L’offerta, allarmante per albergatori ed affittacamere, è stata scoperta nel web e segnalata alla Federcontribuenti Veneto da un associato. «Con tariffe come questa, possiamo ipotizzare delle irregolarità da molti punti di vista», commenta l’avvocato Fabio Dalla Mura, responsabile dell’ufficio legale dell’associazione. «Il sospetto è che gli adempimenti obbligatori per tutti gli esercenti, come la registrazione ufficiale degli avventori, la segnalazione alle autorità competenti e il pagamento della tassa di soggiorno giornaliera, non vengano fatti. In questo caso si può quindi parlare di concorrenza sleale verso albergatori che sono sottoposti a controlli stringenti e tassazioni».

A riprova di questo fenomeno, una telefonata, fatta durante la conferenza stampa di ieri, ad un b&b di fronte alla stazione. «Ho il passaporto ma sono clandestino, non ho il permesso di soggiorno: posso avere una camera?». La risposta, senza indecisioni: «Certo». Alla richiesta del costo della stanza i titolari, italiani, nicchiano e abbozzano un «37 euro, ma se si ferma qualche giorno il prezzo può scendere». Dalla Mura rincara: «Faremo un’interpellanza all’amministrazione comunale e al sindaco Bitonci, che ha fatto della sicurezza uno dei suoi proclami elettorali. È un fenomeno, questo, da controllare e arginare».

Della stessa idea Monica Soranzo, presidente di Federalberghi. «In molti casi la regolamentazione è vicina allo zero e non c’è monitoraggio, un po’ come accade per gli agriturismi. In pratica chiunque ha una stanza in più in casa può improvvisare un b&b. A danno di chi, come noi, ha paletti da rispettare e tasse da pagare. Il periodo di crisi ci ha messo in grave difficoltà, e questo tipo di concorrenza ci penalizza soprattutto con i clienti stranieri, abituati a viaggiare arrangiandosi anche in posti molto economici».

Difficile avere un quadro preciso dei B&B in città. «La tipologia è spuria e viene gestita in parte dal settore agricolo. Nasce a sostegno del reddito familiare, non esiste una categoria strutturata», dicono dall’associazione. Secondo i dati del “Rapporto B&B Italia 2014” (indagine promossa dal sito www.bed-and-breakfast.it e che ha coinvolto 2.300 strutture italiane), la concentrazione di tali strutture è più alta (44%) al Nord rispetto al resto della penisola: segue il Centro Italia (29%), il Sud (14%) e le isole (13%).

Riproduzione riservata © Il Mattino di Padova