Due licenziati da Sma tornano al lavoro su ordine del giudice

SUPERMARKET. Il negozio Sma di Piove ha dovuto riassumere due lavoratori licenziati per una storia di bollini
PIOVE DI SACCO.
Licenziati in tronco perchè accumulavano i punti spesa che danno diritto ai regali nella loro tessera quando i clienti non esibivano la loro: è quanto è toccato a due dipendenti del supermercato Sma di Piove di Sacco. La direzione ha contestato ai due dipendenti, un uomo e una donna, un danno per 26,15 euro che ha dato luogo a un procedimento disciplinare.
E la vicenda era finita nel peggiore dei modi per entrambi. Ma dopo otto mesi il giudice del lavoro ha accolto le istanze dei legali dei due dipendenti che per difendere il posto di lavoro si sono rivolti al sindacato Uil Tucs. «F.G. era stato assunto nel 2003 da Sma Spa come addetta alla pescheria - spiegano gli avvocati del sindacato Consuelo Lillo e Paolo Bernardi - anche G.M. è un dipendente modello dal 1987, delegato sindacale della Uil. Entrambi sono stati licenziati a seguito di un procedimento disciplinare che l'azienda ha avviato nei loro confronti: il fatto contestato era che G.M. aveva utilizzato la carta "Nectar" della collega, accumulando punti in suo favore, quando i clienti erano sprovvisti della loro». Davanti al giudice del lavoro i legali hanno sostenuto che tale comportamento non giustificherebbe il venir meno del vincolo fiduciario tra azienda e lavoratore, e non provocherebbe nemmeno un pregiudizio economico a Sma Spa, apparendo quindi la risoluzione del rapporto di lavoro del tutto sproporzionata rispetto alla condotta dei due dipendenti. Un richiamo, insomma, ci poteva anche stare, ma perdere il posto per qualche punto spesa sembrava davvero troppo. «Il licenziamento - sottolineano i legali - avrebbe prodotto danni economici notevoli, in quanto entrambi i lavoratori erano unici percettori di stipendio in famiglia e difficilmente avrebbero potuto essere ricollocati». Dopo otto mesi F.G. e G.M. possono quindi tornare al lavoro. Aggiunge Fernando Bernalda, segretario provinciale Uil Tucs: «Questi sono i motivi, dettati dall'urgenza, che hanno convinto il giudice a decidere per il di reintegro. Ora ne auspichiamo la conferma anche nella successiva fase di merito».
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