Due posti di geometra in Comune, arrivano in 500

PADOVA. La crisi dell'edilizia, la disoccupazione giovanile, il mito del posto fisso. Non sono solo luoghi comuni, almeno a giudicare dall'affluenza record registrata negli ultimi due giorni sotto la tensostruttura di via Vlacovich, dove si sono tenute le preselezioni per il concorso pubblico indetto dal Comune di Padova in cerca di due geometri. Hanno risposto all'appello oltre 500 persone di ogni età e provenienza.
Dagli architetti agli ingegneri, da Caorle a Bologna, tutti con un obiettivo: superare il test attitudinale e accedere alle prove scritte, alla quale saranno ammessi solo in 60. Curiosità: fra le domande dell’esame, cento a risposta multipla, anche “chi è il segretario del Partito democratico”.
«Ho già partecipato anche al concorso di Saonara», spiega Claudio Carraro, 45 anni, un contratto ormai concluso a tempo determinato nel Comune di Albignasego, «ora questi numeri sono la prassi. Anzi, me ne aspettavo di più».
A palazzo Moroni, invece, più di qualcuno si è stupito per i numeri da record di questo concorso che, essendo a tempo indeterminato, è già di per sé un evento in tempi di spending review. Nello specifico il Comune cerca un istruttore geometra in ambito urbanistico e un istruttore geometra in ambito infrastrutturale.
Entrambe le posizioni sono di categoria C1 e hanno uno stipendio tabellare annuo di 19.454,15 euro oltre alla tredicesima mensilità, alla indennità di comparto e gli altri assegni fissati per legge. I requisiti di ammissione sono gli stessi per entrambi i posti (diploma di geometra o laurea in ingegneria o architettura) e molti candidati hanno scelto di partecipare a tutte le prove.
Il totale dei candidati supera le 500 persone e per contenerli tutti, anche se in gruppi più piccoli, è stato necessario allestire la palestra di via Vlacovich e stilare un calendario di turni. La partita per il posto fisso si gioca in un'ora. All'uscita i volti dei candidati si rilassano, si fa qualche battuta, ci si lascia andare alle speranze.
Il pubblico impiego è ancora un miraggio per molti giovani laureati. Giulio Cabianca e Elena Favaretto hanno entrambi 25 anni e arrivano da Mestre. Erano nella stessa classe alle superiori, ma hanno scelto due facoltà diverse: ingegneria lui, architettura lei. Si sono trovati di nuovo vicini di banco a Padova, in competizione per lo stesso contratto. «Per me è il primo concorso», spiega Giulio. «Io invece ne ho fatto uno per la Regione», aggiunge Elena. «Abbiamo saputo del concorso guardando il sito del Comune», racconta Giulio, «bisogna fare un vero e proprio monitoraggio. Altrove trovi solo piccoli stage o tirocini. Sai, il concorso pubblico è un’altra cosa...». Lo sa bene anche Antonio Tambè, 29 anni. Laureato in Architettura, cerca lavoro da due anni. Dopo la preselezione si ferma a parlare con Serena Albertin, 26 anni, anche lei architetto, di Monselice. Si parla del test, delle domande di logica e di quelle di cultura generale: ebbene sì, un geometra comunale deve sapere anche chi è l'attuale segretario del Partito Democratico.
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