Duecento persone in cimitero per l’ultimo saluto a Fatma

CASALE DI SCODOSIA
Sono stati i familiari più stretti a compiere l’ultimo gesto: caricarsi il feretro sulle spalle e gettare la prima terra per la sepoltura. Un gesto che ha toccato tutti i presenti, di grande affetto e di grande concretezza. Oltre duecento persone ieri pomeriggio sono arrivate in cimitero per l’ultimo saluto a Fatma Core, 33 anni, morta giovedì scorso in un incidente stradale nel Mantovano. Per un’ora e mezza, dalle 15, nella camera ardente amici e familiari hanno potuto portare l’ultimo segno di vicinanza alla sfortunata donna di origini albanesi. Davanti a tutti c’erano la sorella Silvana e il fratello Hazri, mamma Hafsa e papà Besnik. Non si sono spese particolari parole, ma anzi, è stato proprio il silenzio il vero protagonista dell’addio a Fatma. Ognuno dei presenti ha atteso il momento di poter entrare nella camera che ospitava il feretro della ragazza: anche qui l’unico suono che ha infranto il silenzio è stato quello di qualche singhiozzo di dolore, difficile da trattenere di fronte a questa ingiustizia. A rendere l’omaggio a Fatma è arrivato anche il sindaco reggente del paese, Marcello Marchioro. Terminata la veglia silenziosa, i familiari e gli amici più stretti della 33enne hanno trasportato il feretro fino al luogo della sepoltura, compiuta anche anche con qualche rito proprio del Paese d’origine di Fatma, nativa di Durazzo, ma che dall’adolescenza si era trasferita a Casale di Scodosia. Da qualche tempo abitava a Borgo Veneto. Da oltre dieci lavorava per il Maglificio Faccioli i cui titolari erano presenti alla cerimonia d’addio. È proprio durante una trasferta di lavoro che la giovane ha perso la vita: il furgone con al volante il titolare del maglificio è uscito di strada a Poggio Rusco. —
N.C.
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