«E' bello, ma quanto ci costa?»

All'Arcella i negozianti sono ancora inferociti
Fabio Caporale
Fabio Caporale
 Il tram è bello, veloce, elegante. Ma ha un solo, grande difetto: spesso non arriva perché si ferma. «Coma» elettronico o rottura del rivestimento della rotaia.  Questi i commenti degli utenti, intervistati ieri pomeriggio alle fermate Arcella, Borgomagno e Stazione mentre erano in attesa del bus-sostitutivo da e per il capolinea nord, a Pontevigodarzere. Il giudizio più entusiasta a favore del siluri blu della Lohr l'ha dato
Valeria Macchione
, dipendente dell'agenzia ippica della stazione. «Sono veramente innamorata del tram. Lo prendo sempre volentieri, ma non è giusto che sempre più spesso diventi il tram... del desiderio».  Sposano il Sir 1 anche
Barbara Penello
, imprenditrice che vive a Campodarsego e lavora in città, e
Jane Kristin De Castro
, una filippina diplomatasi al Marchesi-Fusinato e ora impiegata. «Rappresenta una grande comodità comodità - osserva Penello - Da quando è stato inaugurato il capolinea nord, parcheggio l'auto a Pontevigodarzere ed arrivo in centro in un baleno. Non capisco, però, perché ci lasci sempre più spesso a piedi. Eppure è un mezzo nuovo, dotato di un'alta tecnologia. E poi perché il tram di Mestre, pur essendo prodotto sempre dalla Lohr, funziona regolarmente, mentre qui a Padova si rompe come fosse un giocattolo per bambini?».  A senso unico, invece, le interviste effettuate alle fermate dell'Arcella.
Silvia Mistret
, ragazza moldava che lavora al bar gelateria «Alla Fermata» a Borgomagno,
Fabio Caporale
, titolare dell'agenzia Smania e
Giovanni Turiaco
, detto Johao Bahia, gestore del negozio di dischi omonimo in via Aspetti.  «E' inutile discutere con tortuosi giri di parola - sottolinea Turiaco Jr - All'Arcella, come d'altronde alla Guizza, il tram ha distrutto il commercio. I tecnici e gli urbanisti hanno commesso un grande errore nel cambio radicale della viabilità».  Adesso si contesta la "coabitazione" del tram con il traffico di auto, bici, scooter in entrambi i sensi di marcia. «Sbagliato senza la possibilità di poter sostare un minuto. Dall'incrocio con viale Arcella, coinvolgendo anche via Buonarroti, bisognava istituire il senso unico e creare su un lato della strada ampi parcheggi» suggeriscono.  E si fa strada il dubbio radicale: «Quello che, poi, sta succedendo al tram in questi mesi è semplicemente ridicolo: perché spendere tanti soldi per un prototipo? Bastava compare più bus e farli correre in corsie protette».

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